Sesso in caserma per evitare l’arresto del fratello e salvare la sua patente: carabiniere dal giudice, accusato da una donna di Cesena

Sesso in cambio di punti sulla patente, ma anche della possibilità di evitare l’arresto al fratello, già finito nei guai in passato per motivi di droga. Un patto che la donna, di fronte a quel carabiniere, avrebbe rigettato con sdegno. Ed a quel punto l’uomo in divisa l’avrebbe costretta con la forza a subire un rapporto sessuale.
Sono accuse pesantissime quelle a cui da questa mattina dovrà difendersi, in tribunale a Forlì, un carabiniere in passato in servizio in una stazione del Cesenate, chiamato a rispondere per concussione e violenza sessuale di fronte al giudice per le udienze preliminari Elisabetta Giorgi.
L’uomo - trasferito poco dopo la denuncia fuori provincia e poi sospeso dal servizio in attesa dell’esito processuale della vicenda - ha però sempre negato con fermezza ogni accusa dichiarandosi innocente.
L’accusa
I fatti risalgono ormai al 2023. Periodo in cui la donna - stando alla versione della Procura - sarebbe stata invitata negli uffici dell’Arma dal militare per parlare di persona di alcune questioni che la riguardavano, ovvero una infrazione al codice della strada che le era stata recentemente contestata e che avrebbe portato a una decurtazione di punti sulla patente. In cambio l’uomo le avrebbe paventato la possibilità di cancellare tutto in cambio di un rapporto sessuale. Prestazione che avrebbe evitato - sempre secondo l’accusa - problemi anche al fratello che all’epoca sarebbe stato a rischio di arresto. Stando a quanto poi messo a verbale in sede di denuncia la donna si sarebbe negata, ma il carabinieri l’avrebbe comunque costretta a subire le sue avances tra le mura delle caserma. Successivamente la ragazza aveva presentato denuncia al Commissariato di Cesena e il caso era stato affidato per le pronte investigazioni (anche interne al Corpo), al Nucleo Investigativo provinciale dei carabinieri: diretto nelle indagini dal pm Andrea Marchini. Alla denuncia erano stati allegati anche gli esiti della visita medica eseguita dopo i fatti al pronto soccorso.
La difesa
Da parte sua il carabiniere non ha mai negato di aver avuto un rapporto sessuale con la donna, ma ha sempre specificato che si era trattato di una scelta consensuale, per quanto maturata in un contesto inopportuno (la caserma dei carabinieri) e per giunta in orario di lavoro.
In questi mesi l’uomo, difeso dagli avvocati Pietro Porciani di Milano e Alessandro Pinzari di Forlì, non si è mai sottratto alle domande degli inquirenti, mentre i suoi legali - in vista del processo in Abbreviato - hanno chiesto al gup di acquisire agli atti le precedenti querele della donna, per verificare se abbia nel tempo - come la difesa sostiene - denunciato anche altre persone per violenze avvenute in contesti diversi.
Intanto oggi entrerà nel vivo il rito Abbreviato al quale la parte offesa non sarà presente, avendo rinunciato di costituirsi parte civile, ma riservandosi comunque di citare in giudizio il presunto aggressore per ottenere un congruo risarcimento in caso di condanna penale.