Rimini. «Tatuaggi e piercing agli adolescenti. Ormai sono i genitori a chiederlo»

Chiedono di fare il tatuaggio prima dei 16 anni, ben decisi a infrangere le regole. Piccolo dettaglio? Non parliamo degli adolescenti riminesi smaniosi di un passaggio canonico verso l’età adulta, ma dei loro genitori.
C’è chi dice “no”
Non sempre “presto” fa rima con “bene”. Lo dimostra l’andamento con cui si lotta da qualche anno nel mondo dei tatuaggi. Il primo a lanciare l’allarme è Andrea Criscione di “Frog Ink”, con studio a Misano Adriatico. «Lo schema è ricorrente, anzi sempre lo stesso: i ragazzi incalzano i genitori e i genitori si presentano chiedendo spudoratamente se è possibile far tatuaggi prima del limite dei 16 anni, magari firmando delle carte. E c’è persino chi mi scrive dei messaggi su whatsapp dicendo che chiede lumi per un fantomatico amico. La risposta, da parte mia, è sempre la stessa, cioè “no”, ma ho scoperto che ci sono studi che chiudono un occhio, anzi due, nonostante la gravità della questione». Qualche esempio? «Adulti che chiedono eccezioni anche per i loro figlioli 13enni con l’obiettivo di non battibeccare di continuo in casa sebbene il rischio sia davvero alto», sottolinea Criscione entrando nel vivo. A livello fisico, come chiarisce, si presuppone infatti «che il sistema immunitario sia sviluppato attorno ai 16 anni in modo da scongiurare eventuali rigetti e allergie». Non meno spinoso il punto di vista legale, visto che un tatuatore che se ne infischiasse delle regole potrebbe essere imputato «anche di lesioni gravi, mentre i genitori rischierebbero il finimondo se, in caso di infezione, portassero i figli all’ospedale provocando così la mobilitazione degli assistenti sociali». Morale? A volte le famiglie peccano di ingenuità, riconosce ancora il professionista, «ma nella maggior parte dei casi conoscono la legge e provano ad aggirarla per quieto vivere».
Motivazioni e rischi
Confermano la tendenza da “Tatoo studio Rimini”. «Capita spesso - rimarcano - e anche per i piercing dove il limite non è stabilito dalla legge ma dal buon senso e dove comunque occorre l’autorizzazione dei genitori. In certe situazioni, come nel caso del piercing alla lingua, noi facciamo presente che è meglio procedere dai 18 anni in su ma i familiari tentano, senza riuscirci, di convincere qualunque studio tramite la classica firma su un foglio». Stessa musica da “Dastin tatoo” che rintraccia i motivi di questi comportamenti in due filoni: «Primo: la paura che i ragazzi si rechino di nascosto da tatuatori improvvisati, anche per risparmiare, con tutti i rischi del caso. E secondo - segnalano - per l’educazione impartita ai giorni nostri che comporta un’apertura mentale diversa di mamme e papà oppure, letta all’opposto, ragazzini con più voce in capitolo degli adulti». Quanto al limite d’età stabilito per legge, si nota che più grandi si è, «più si tende a dare il giusto peso alla fase della “guarigione”, evitando di fare sport o di andare in spiaggia con un tatuaggio o un piercing appena realizzato».
Evitare il “fai da te”
Corrono sulla medesima onda le riflessioni di “Alchemica tatoo” «Partiamo dal presupposto che i ragazzi di oggi assillano i parenti, prendendoli per sfinimento, finché non ottengono quello che desiderano - premettono -. In seconda battuta vale poi il tentativo di preservare i figli cercando di portarli da professionisti, per evitare il “fai da te” con qualche ragazzino che si arrangia con gli amici per i piercing fermo restando il nostro assoluto rispetto per le norme, considerando che lavoriamo - in senso letterale - sulla pelle della gente».