Rimini. Morto per la caduta in piazza Malatesta, il Comune risarcisce la famiglia

Il Comune risarcisce la famiglia di Attilio Gambetti, il 78enne di Reggio Emilia che morì nell’ottobre del 2021 dopo una caduta in bicicletta in piazza Malatesta, all’epoca al centro di un cantiere per una serie di interventi di riqualificazione. Nella delibera appena approvata dall’amministrazione si parla di «un esborso complessivo a favore degli eredi pari a 530mila euro»: una percentuale della quota totale, pari a 10mila euro, è a carico del bilancio comunale, mentre una cifra equivalente è a carico della società multiservizi a partecipazione pubblica Anthea. I due figli di Gambetti, tutelati dall’avvocato Andrea Pellegrini del foro reggiano, circa un anno e mezzo fa avevano mosso una causa civile contro Palazzo Garampi, a sua volta patrocinato dal legale Giacomo Cresci, chiedendo il risarcimento dei danni anche per i nipoti del 78enne: ora, come messo nero su bianco nella delibera approvata in questi giorni, è stato raggiunto l’accordo tra le parti al termine di un lungo iter di trattative. Per risalire alle origini della vicenda occorre tornare al 28 settembre del 2021, quando piazza Malatesta era interessata dal cantiere per i lavori di riqualificazione: Gambetti - residente a Reggio Emilia ma spesso a Rimini, dove aveva una casa - era in sella alla sua bicicletta quando cadde da un gradino, alto 42 centimetri, della nuova Piazza sull’acqua ai piedi della Rocca Malatestiana. La caduta gli procurò la rottura delle due vertebre cervicali, ma il 78enne fu anche colpito da un attacco cardiaco e morì dopo 7 giorni di agonia.
L’atto di questi giorni pone di fatto la parola fine al procedimento civile contro l’ente pubblico, dal momento che, in ragione della transazione, gli eredi «rinunciano ad ogni diritto ed azione, non solo nei confronti del Comune di Rimini, ma anche nei confronti di altri soggetti collegati, ivi compresa la compagnia assicuratrice».
Ma l’accordo tra Palazzo Garampi e la famiglia di Gambetti potrebbe avere dei riflessi anche sull’altro versante giudiziario della vicenda, quello penale. Un fronte, quest’ultimo, che si era inaugurato con l’apertura del fascicolo per omicidio colposo conto ignoti da parte della Procura: un anno dopo era arrivata l’iscrizione al registro degli indagati per tre dipendenti del Comune e per il rappresentante legale del consorzio temporaneo di imprese che aveva eseguito l’opera, con l’obiettivo di chiarire se, nel giorno dell’incidente fatale, il gradino fosse adeguatamente segnalato e chi ne avesse la responsabilità. Il procedimento penale, si legge nel documento della giunta, «si trova ancora nella fase delle indagini preliminari» ma, anche qualora il giudice dovesse stabilire il rinvio a giudizio, i familiari non avranno un ruolo attivo nel processo: «Con la sottoscrizione della transazione - recita infatti la delibera - le parti private rinunciano alla costituzione di parte civile nel processo penale» che un domani potrebbe vedere il Comune citato quale responsabile civile.