Rimini. Bimbo nato morto con parto domiciliare, «decesso evitabile»: ostetriche a giudizio

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  • 30 novembre 2024

Saranno processate per omicidio colposo le due ostetriche di 46 e 27 anni coinvolte nella morte di Alessandro, il bambino nato morto il 5 novembre 2022 dopo circa 30 ore di travaglio: il giudice per l’udienza preliminare Vinicio Cantarini ha firmato venerdì l’ordinanza di imputazione coatta per le due professioniste private, una di Faenza e l’altra di Rimini.

Respinta, quindi, la richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore Annadomenica Gallucci sulla base di perizie medico-legali che tendevano ad escludere un nesso di causalità diretta tra l’operato delle due ostetriche e il decesso. Valutazioni cui si erano accodate le difese della 46enne e della 27enne, le avvocate Martina Montanari e Chiara Baiocchi, mentre il legale Piero Venturi, che tutela Federica Semprini Pironi e Marco Pirini, i genitori di Alessandro, aveva chiesto che fosse disposta l’imputazione coatta: secondo la perizia di parte redatta dai professori Domenico Arduini e Giuseppe Fortuni, la morte del piccolo sarebbe stata evitabile applicando tutte le linee guida per il parto, che fu gestito a distanza per ore. Anche il ritardo nel ricovero in ospedale avrebbe concorso a causare il decesso di Alessandro perché, si sostiene sempre nella perizia di Arduini e Fortuni, l’eventuale somministrazione di ossitocina - prassi medica prevalente in casi come quello al centro del procedimento - si sarebbe potuta rivelare decisiva per aumentare le possibilità di sopravvivenza. A tali elementi si aggiungerebbe la mancata diagnosi del prolungamento patologico del parto, che fu condotto in modalità domiciliare, portando di fatto i genitori a raggiungere l’ospedale di Rimini quando ormai era troppo tardi.

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