I lavori di riqualificazione e ampliamento dello Stadio del Nuoto, finanziati dall’Unione Europea, si rivelano anche una finestra su un passato molto lontano: durante gli scavi necessari per la realizzazione delle nuove fondazioni sono infatti emersi reperti che testimoniano l’antica storia del territorio, portando alla luce un patrimonio archeologico di notevole interesse. I reperti suggeriscono attività umane risalenti a circa 5.000 anni fa, e rappresenterebbero una serie di tracce di vita antica proprio su questo territorio.
Gli archeologi hanno individuato buche nel terreno che potrebbero aver ospitato pali di tende o piccoli focolari utilizzati in epoche preistoriche. Queste tracce, localizzate su un’area di circa 2.000 metri quadrati, sono state scoperte grazie all’analisi stratigrafica, che si basa sulla variazione del colore del terreno. A un metro e mezzo di profondità, infatti, è stata identificata una stratificazione che gli esperti hanno definito “piscina romana”, risalente a un periodo storico successivo, mentre le tracce preistoriche si trovano circa un metro più in basso.
«Nonostante l’importanza culturale delle scoperte, queste non hanno portato a modifiche nei piani di ampliamento dello stadio - dicono dalla ditta Mini Costruzioni, che si sta occupando del progetto -. Le aree interessate sono state documentate con rilievi fotografici e droni, e i lavori possono proseguire, con la consegna progressiva dei terreni liberati dalle indagini archeologiche».