Riapre l’Ecu, villa con piscina e ristorante. «Non solo disco, anche concerti ed eventi»

Barriere anti rumore, piscina da sogno ed eventi per ogni età. Ripartirà di slancio Villa Ecu, il locale nato dalla costola della storica discoteca Ecu che, fondata negli anni Ottanta, ha cambiato pelle più volte a partire dal nome: Ku, Papiò e infine Ecu. Ora l’ennesimo cambio di passo sarà firmato dall’imprenditore riminese Maurizio Bronzetti che assieme al figlio Federico gestisce diversi stabilimenti balneari (come il Turquoise e il Tortuga) nonché vari alberghi e locali. Bronzetti ha comprato all’asta il locale, alla fine del luglio 2023, al costo di 574mila euro. La struttura si sviluppa nella frazione di San Martino Monte L’abate, un’area dell’entroterra che, a una manciata di chilometri dalla costa, è delimitata verso monte dal nastro dell’autostrada A14. Nel dettaglio si tratta di un fabbricato che risale ai primi anni Sessanta ed è scandito su tre livelli coprendo un’area di circa 16.855 metri quadri.
Bronzetti, a che punto sono i lavori?
«Il locale, ribattezzato “Villa Ecu”, riaprirà almeno una parte interna entro quest’anno, mentre l’inaugurazione ufficiale si terrà prima dell’estate 2025. Stiamo lavorando per realizzare una piscina da circa 100 metri quadri, fruibile anche di giorno, attorno a cui sviluppare un beach club estivo. Costituirà un’alternativa in collina rispetto al mare, nonché una via d’uscita per eventuali criticità come, ad esempio, la mucillaggine. Qualora non fosse possibile costruire un’unica vasca, visto l’iter burocratico, si potrebbe puntare su due di diverse dimensioni, di cui una posta all’interno della struttura. L’obiettivo resta cambiare la disposizione del locale ma anche riprogettare una discoteca che oltre alla classica veste sfoderi anche concerti e serate a tema in sinergia con gli hotel, riportando in auge eventi danzanti formato famiglia. Non mancheranno poi manifestazioni collegate con Fiera e Palacongressi. Sarà aperto anche d’inverno, dal venerdì al sabato, con serate a tema oltre che la domenica pomeriggio quando verrà destinato agli adolescenti. In corrispondenza delle iniziative legate al club, garantiremo infine ristorazione e pizzeria. Dati alla mano, i coperti saranno 500, di cui 300 all’interno, dispiegati su 4 sale, e circa 200 sul fronte esterno».
Avete acquistato la discoteca a 574mila euro, la ristrutturazione ne costerà altrettanti?
«Forse anche di più».
Qualche anticipazione sugli interni?
«Prevarranno le tinte verdi e arredi moderni ma soprattutto informali e in materiali ignifughi. Detto questo, più che sull’aspetto ci concentreremo sulla qualità del suono e dell’acustica ma anche sugli effetti luce».
Capitolo chiringuito: come li reputa?
«Ne ho tre e li considero un’attrazione che al 90% richiama riminesi doc. Non possono costituire una concorrenza per i locali, dunque, anche perché gli orari sono del tutto diversi. I chiringuito chiudono quando le discoteche sono ancora vuote. Concordo, però, sul fatto che tutte le attività, inclusi i chiringuito, debbano rispettare le regole e gli orari di chiusura previsti».
Tornando ai templi della notte, divampano le polemiche sull’inquinamento acustico che scatenano. Cosa ne pensa?
«Purtroppo molte discoteche sorgono vicino a zone residenziali, è il caso ad esempio del Colle dei pini a Riccione, e c’è il fatto che la gente non balla se non ad un certo volume. Per l’Ecu, tuttavia, abbiamo giocato d’anticipo, nel rispetto delle abitazioni costruite nei dintorni. In che modo? Con il tecnico del suono stiamo schermando la parte che affaccia sulle case, con barriere anti rumore e intendiamo disperdere il suono dal lato dell’autostrada. L’impiantistica, in buona sostanza, sarà rivolta alla collina e il suono sparato verso l’alto. Salvo imprevisti, come il vento sferzante, che comunque è un’eccezione alla regola, non dovremmo arrecare alcun disturbo».
Possiamo parlare di un nuovo corso per le discoteche della Riviera?
«Noto due elementi che fanno ben sperare. Primo: diversi imprenditori stanno investendo in Romagna, con target e idee variegate. E secondo: i giovani mostrano una grande voglia di ballare. Ecco perché credo nella rinascita del settore, grazie a un mix di ingredienti ben dosati, dopo un sofferto momento di flessione».