Ravenna, investimenti farsa fin dal 2018: “Una persona torbida”

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Vestito male, con indosso un impermeabile stile “ispettore Colombo”, armeggiava tre telefoni, parlava pochissimo e quasi sempre romeno. Una persona all’apparenza «molto torbida», sia per l’aspetto ma soprattutto per i modi, «poco garbo» e a un primo sguardo «istruzione altrettanto scarsa».

E’ il ritratto che una delle vittime degli investimenti fantasma in Romania fa di Parisio Candelù, il 69enne trevigiano finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta costata gli arresti domiciliari anche ai due consulenti ravennati dello studio Setam, il 79enne Roberto Garavini e la 70enne Flavia Valmorra, accusati tutti di truffa aggravata. Proprio i due professionisti ravennati secondo la Procura avrebbero procacciato i clienti facendo leva sul rapporto di fiducia costruito grazie a 40 anni di esperienza, convincendoli ad aprire conti e società in Romania versando decine e decine di migliaia di euro fino a raggiungere in profitto - quantificato dagli inquirenti - vicino al milione.

«Fu la signora Flavia a propormi l’investimento nel 2023 - racconta una delle vittime, cliente da una ventina di anni dello studio -. Lo fece due volte. La prima rifiutai perché non avevo disponibilità. Ma lei insisteva, “fatteli prestare”, dissi di no e mi rispose che era un peccato perché in due o tre mesi avrei raccolto i frutti dell’operazione. A maggio abboccai, mi feci prestare il denaro». In tutto 16mila euro, che si sono volatilizzati in Romania. «Sono ancora scioccata - commenta la signora ricordando le promesse -. Chiamavo, chiedevo novità, ho tutti i messaggi. Valmorra continuava a dire che i soldi sarebbero arrivati, “arrivano, arrivano, arrivano”, non so ancora se anche lei e Garavini ci credessero veramente».

Come da copione, per avviare il tutto era necessario andare in Romania di persona: «Facemmo il passaporto, ci fornirono una interprete, aprimmo società, conti, carte di credito». In quell’occasione comparve di persona Candelù: «Al ritorno, in aeroporto, dissi alla Valmorra, “ma tu ti fidi di uno così?”. Mi rispose di sì. L’avessi visto prima non avrei mai investito. Ma ormai era tardi».

La figura del 69enne viene tirata in ballo anche dagli stessi consulenti ravennati, che a indagine ormai in corso hanno sostenuto di essere stati a loro volta vittime di un raggiro. Una versione non ritenuta credibile dal giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti nell’ordinanza che ha disposto le misure cautelari richieste dai pm Daniele Barberini e Monica Gargiulo.

Ma è anche la testimonianza di un altro imprenditore ravennate attivo nel mondo dell’edilizia ad aggravare il carico delle accuse nei confronti dei due soci dello studio Setam. Si definisce «uno dei primi» a essere caduto nella rete dei presunti raggiri, quando ancora la figura di Candelù non figurava tra gli intermediari presentati ai clienti. «Era il 2018. Nacque tutto come un finanziamento in Inghilterra. Quando mi arrabbiai perché il denaro non arrivava mi proposero l’operazione in Romania. Andai, feci due o tre viaggi, per un investimento complessivo di 30mila euro più le spese delle trasferte». I proventi di un investimento - questa la promessa - sarebbero giunti «entro due o tre mesi...». Invece sono trascorsi ben quattro anni, finché nel 2022, «proposero di rimborsarmi, per poi ritrattare sostenendo che l’operazione era ancora in essere».

La querela dell’imprenditore, depositata già nel 2022, non ha tuttavia avuto sviluppi. E infatti molti fra i contestati raggiri ricadono nell’anno successivo. Per l’imprenditore la notizia dell’arresto rappresenta quantomeno una consolazione: «L’importante - conclude - è che li abbiano fermati».

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