Opere d’arte per 11 milioni sparite da Cesena senza colpevoli: «Gli eredi non avevano sporto denuncia in tempo»

Nessuna accusa da sostenere per appropriazione indebita. Chiunque abbia fatto sparire quei quadri non sarà mai processato perché la querela degli eredi è arrivata tardi e la legge non fa distinzione, se si tratti della sottrazione di un pacchetto di caramelle o se invece si stia parlando come in questo caso di beni artistici multi milionari.
La decisione
Sono il sale delle motivazioni che il gip Elisabetta Giorgi ha depositato in questi giorni nel caso del mercante d’arte cesenate che era additato da un gruppo di ereditieri sempre di Cesena. Oggetto del contendere 11 milioni di euro tra dipinti e bassorilievi: opere forgiate tra il 1500 e il 1600 e che un’inchiesta del pm Marchini ipotizzava come “svanite nel nulla”. Le posizioni del mercante d’arte (un 62enne, difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci) e di un gruppo di persone che quelle opere hanno ereditato, si sono scontrate in udienza preliminare. Si tratta di opere di autori italiani molto conosciuti nel panorama internazionale, come Guido Reni, Francesco De Mura, Marco Ricci. Il collezionista che ne era il proprietario le aveva accumulate in vita e le aveva affidate al mercante 62enne perché avrebbe potuto farle fruttare anche senza venderle. Proprietario e intermediario avevano pattuito che quest’ultimo, se non avesse avuto acquirenti, avrebbe però anche potuto sfruttarne il valore come “garanzia” per chiedere prestiti bancari da reinvestire in campo immobiliare.
Doppia querela
Il collezionista però muore e gli eredi, che sono a conoscenza delle opere preziose, vorrebbero rientrarne in possesso; ma all’apparenza quadri e bassorilievi sono “spariti” da Cesena e i familiari temono che possano anche aver varcato i confini nazionali. Così i parenti del collezionista presentano nei confronti del mercante una doppia querela: per appropriazione indebita e per aver fatto uscire dai confini di Stato opere d’arte italiane preziose senza i necessari permessi. Il nodo finale a sentenza del gip sta nel fatto che sul momento, per farsi restituire i quadri, gli eredi avevano semplicemente mandato delle raccomandate. Mentre le denunce sono scattate soltanto oltre il termine massimo di 3 mesi, limite temporale per poter querelare in casi simili.
Le indagini
Gli uomini del Nucleo Tutela patrimonio artistico dei carabinieri nel tempo hanno rintracciato due terzi delle opere nel caveau di una banca a Cremona. Quadri che sono stati restituiti agli eredi, anche se all’appello mancano beni per circa 3 milioni e mezzo di euro. Con la querela tardiva già l’allora gip Monica Galassi aveva disposto il dissequestro delle opere d’arte che erano cautelativamente state sequestrate dall’Arma. Lo stesso motivo (la tardività della querela) per la quale ora il gip Giorgi ha fatto cadere ogni ipotesi d’accusa nei confronti del mercante d’arte. I quadri “spariti” dunque, senza una querela nei termini, non avranno mai un accusato o un colpevole.