Molestie sessuali: “Le donne che hanno incontrato la violenza del regista ora parlino”

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  • 25 novembre 2025

ROMA. Due risarcimenti: uno di 25mila euro, l’altro di 85mila. Sono queste le due condanne che il Tribunale del Lavoro di Parma ha emesso nei confronti di un regista e del teatro presso il quale lavorava. Le cifre sono destinate a due attrici che hanno subito dall’uomo una molestie sessuali e l’altra violenza sessuale mentre partecipavano a un corso di formazione teatrale.

Ieri a Roma si è svolta la conferenza stampa a cura di Differenza Donna e Amleta alla quale ha preso parte anche la consigliera di Parità Effettiva della Regione Emilia-Romagna, la riminese Sonia Alvisi, impegnata sin dal primo giorno nella vicenda, come ha spiegato ieri al Corriere Romagna anticipando alcuni dei temi.

La sentenza è del settembre scorso e viene definita «storica ed epocale perché è la prima in Italia a riconoscere il risarcimento psicologico del danno», hanno spiegato le rappresentanti delle associazioni di Differenza Donna e Amleta che si sono occupate della causa.

«Abbiamo ottenuto una sentenza storica», spiega Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna. «Riconosce la responsabilità di chi ha potere nella propria azienda di vigilare e prevenire la violenza maschile contro le donne nell’ambito dello spettacolo. Mai più accettazione della violenza e responsabilità diretta di chi ha responsabilità. Questa sentenza è storica e prova che possiamo ottenere giustizia, se operiamo con l’esperienza e la competenza dei Centri antiviolenza. Amleta e Differenza Donna offrono a tutte le donne dello spettacolo e della cultura ogni tipo di supporto perché finalmente in Italia si arrivi a un “Me Too” atteso da tempo».

«Come amlete e come attrici», aggiunge Cinzia Spanò, presidente dell’Associazione Amleta, «siamo felicissime per questa decisione storica che segna la fine di una lunga catena di aggressioni e violenze sessuali a danno delle attrici teatrali italiane, dal primo caso di cui siamo a conoscenza avvenuto nel lontano 1998 e che ha coinvolto decine se non addirittura centinaia di attrici. Amleta invita tutte le donne che hanno incontrato la violenza di questo regista a parlare e raccontare, in modo che si possa finalmente capire la reale portata di quella che rimarrà per sempre una delle pagine più buie del teatro italiano».

«Per denunciare serve coraggio ma serve anche consapevolezza», spiega Veronica Stecchetti, una delle due donne che hanno ottenuto il risarcimento. «Mentre gli abusi che sono riconosciuti con questa sentenza avvenivano, io non pensavo che si trattasse di una violenza. Non attribuivo questa parola a quello che succedeva. Sentivo che non stavo bene, pensavo che lui fosse una persona cattiva, ma non pensavo che fosse una violenza. Eppure sentivo che c’era qualcosa che non andava. Avevo 23 anni, avevo fatto il liceo classico, ero una persona istruita eppure nessuno mi aveva spiegato cosa fosse una violenza...Per me erano quelle che vedevo sui giornali o ai telegiornali. Ma la mia non era così perché non c’erano segno visibili di violenza fisica, non c’era uso di droghe e non c’è mai stato un no esplicito. Pensavo di essere una persona debole, di avere io delle colpe e anche per questo non credevo di essere vittima di violenza. Eppure sentivo che soffrivo, sentivo che era un’umiliazione della mia persona perché la violenza è umiliazione e degradazione e lesione dell’identità di una persona».

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