L’incidente in cui perse la vita l’85enne gambettolese Vittorio Tommasini ha una “corresponsabilità”. Un “concorso di colpa” sancito da ieri con sentenza in rito Abbreviato nell’aula del Gup Elisabetta Giorgi, con la quale ora i familiari dello storico fondatore dell Asd Pedale di Gambettola potranno chiedere un risarcimento danni al giudice civile.
Nuovo processo che si renderà necessario a fronte del fatto che, finora, sul quel sinistro fatale le assicurazioni dei vari coinvolti non si sono in alcuna maniera “mosse” economicamente per gli eredi in sede risarcitoria.
La vicenda, come tanti in zona ricorderanno, avvenne nel luglio del 2023 quando Tommasini, che malgrado l’età non più verde continuava a coltivata la sua grande passione per la bici, morì per un impatto. Tamponando col suo corpo un autobus che fermatosi all’improvviso lungo la via Crocetta.
Sembrava un incidente senza gravi conseguenze che aveva coinvolto 7 ciclisti in salita, una vettura e un bus. I protagonisti stavano discutendo dell’accaduto quando invece si sono accorti della tragedia. Dietro al mezzo pesante infatti, riverso a terra, c’era un volto notissimo proprio del ciclismo amatoriale: Vittorio Tommasini.
Erano le 9.15: sorpassando un gruppo di ciclisti (senza che nessuno si fosse fatto male) una Toyota Yaris aveva secondo le ricostruzioni, causato la fuoriuscita di strada di un pedalatore. Per poi “incocciare” sul bus di linea proveniente dalla parte opposta della strada.
Mezzi fermi e tutti impegnati a discutere dell’accaduto. Fin quando qualcuno non si è accorto che dietro al bus, a terra ormai esanime, c’era l’85enne: conosciuto in zona come fondatore dell’Asd Pedale di cui era stato presidente; come, nei suoi anni “più verdi”, fu ai vertici dell’Otto club, dancing che chiuse i battenti negli anni ‘90.
Ieri davanti al Gup Giorgi (difeso dall’avvocato Nico Bartolucci) c’era imputato D.B: 34enne che era al volante della Toyota. Il pm Federica Messina, ripercorrendo le fasi del sinistro, aveva chiesto 6 mesi di pena per il 34enne, agricoltore residente in zona. Una richiesta di condanna alla quale si era associato l’avvocato di parte civile Giorgio Magnani, a tutela dei familiari dell’85enne. Il giudice ha deciso che la pena per il 34enne dovesse essere di un anno di relcusione (sospesa) ed un anno di sospensione della patente. Un concorso di colpa nell’incidente, il suo che si conoscerà nelle motivazioni del Gup e che per ora non è stimabile; ma che apre le porte alla futura causa civile per chiedere i danni di questo sinistro mortale.