La siccità anticipa la vendemmia. «Produzione in calo, ma qualità buona»

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«Vendemmia anticipata, produzione in calo ma di buona qualità». Caldo persistente e siccità sono nemiche acerrime delle vigne. Lo segnala Sandro Santini, titolare dell’omonima tenuta di Coriano e presidente della Strada dei vini e dei sapori dei colli di Rimini. «Quella alle porte resta una vendemmia difficile a causa del ritorno delle temperature torride, aggravato dalle scarse precipitazioni invernali. Unica nota lieta rispetto al 2023 - concede - è la mancanza delle tipiche patologie della vite, tra cui il fungo della peronospora, che lo scorso anno era stato innescato dalle abbondanti piogge primaverili».

Problematiche scomparse a fronte di un clima «a dir poco siccitoso». Unico sollievo donato ai vigneti sono risultate le piogge dello scorso weekend. «Benedetti quei 20 millimetri d’acqua che hanno permesso alla pianta di tornare a lavorare, – osserva ancora Santini – altrimenti saremo rimasti chiusi nella morsa della siccità, con tutte le conseguenze drammatiche del caso. Ma al netto delle differenze tra zona e zona, che sia un’annata difficile è sotto gli occhi di tutti». Uno scenario che si traduce in un segno meno sulla produzione, per cui calcola «un taglio del 30%, che si unisce a un calo ponderale notevole» con una conseguente riduzione volumica del raccolto.

«Roadmap impazzita»

Peggio delle stime riviste al basso, insiste, resta il problema della mancanza d’acqua, fermo restando che la vite «è una pianta strepitosa che si rimette in moto anche con un piccolo sprint». C’è dunque lo spazio di manovra per recuperare qualcosa ma lo stress idrico «ha inciso pesantemente sulla contrazione». Quanto alla data prevista per lo stacco dei primi grappoli è fissata alla prossima settimana. Non proprio una novità, fa presente. «Agosto è il mese deputato alla vendemmia dei bianchi – ricorda - ma stavolta si registra un anticipo di almeno sette giorni sulla tabella di marcia». Tradotto? Il cambiamento climatico fa sentire i suoi effetti. «In 24 anni di esperienza - nota ancora Santini - ho visto un progressivo anticipo, giunto ormai a una decina di giorni. Se un tempo si vendemmiava fra fine settembre e inizio di ottobre, ora si inizia a metà settembre».

Soluzione cercasi

Bicchiere mezzo pieno anche per il presidente Coldiretti Rimini Guido Cardellli Masini che conferma «una raccolta partita in anticipo persino nel sud Italia». Quanto alla Romagna, le previsioni parlano «di una qualità buona con una produzione tutto sommato nella norma». Altro aspetto che sta a cuore al presidente è proporre un approccio diverso in base al cambiamento climatico. «Non possiamo più coltivare la vite come facevano i nostri padri o nonni». Con buona pace delle tradizioni servono, all’opposto, soluzioni nuove di zecca. «Bisogna ripensare tutta l’agricoltura - spiega Cardelli - e non ultima la viticoltura, alla luce della schizofrenia del meteo. Un’idea consiste nel modificare il livello altimetrico delle vigne, come è avvenuto per l’ulivo che dai 450 metri è passato sino ai 600». Ma non è tutto ora ciò che luccica. «Il problema è che servono investimenti importanti per cambiare la morfologia di un’azienda agricola dalle fondamenta - sottolinea - e quindi servono sostegni concreti da Roma». Dal Consorzio vini di Romagna si prospetta una buona annata e nonostante qualche grandinata comunque circoscritta «il quantitativo globale dovrebbe essere superiore al 2023 di almeno un 10% sebbene nell’area collinare dove le possibilità di irrigare sono esigue, bisognerà fare i conti anche con un eventuale periodo siccitoso che potrebbe cambiare di molto le previsioni».

«Clima da ananas»

Vendemmia già partita, quanto allo Chardonnay, per Silvano Gessaroli che ha vigne tra Verucchio e San Marino. «Il bilancio si potrà tracciare solo a raccolta conclusa – premette – ma le previsioni sulla qualità sono positive. I volumi invece saranno un po’ ridotti». Altro tema scomodo è la penuria di personale, che fa propendere per l’uso di macchinari «al 90%» oltre a coinvolgere familiari. «Non lo trovi più un romagnolo interessato a questo mestiere», va al sodo il viticoltore. Intanto è record per il podere Bianchi dove la vendemmia è stata anticipata di 15 giorni con meno volumi ma qualità «indimenticabile». Bilancio in controluce anche dalla Casa vinicola Battistini di Santarcangelo. «La vendemmia? Sembra strano ma è già l’ora - confermano -. Ormai partire prima è la norma. Peccato che a mancare siano gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte che un tempo esaltavano i profumi. Una fortuna che conservano solo le mele del Trentino. Ormai il nostro è un clima da ananas, - scherzano ma non troppo - e di questo passo ci daremo tutti a coltivare banani. Perlomeno i capricci del clima comportano sempre meno trattamenti chimici per le piante. Quindi ci accontentiamo del rovescio della medaglia».

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