I braccialetti elettronici mancano, così gli indagati finiscono in carcere

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Se il braccialetto elettronico non c’è, il rischio è di finire in carcere anche con il divieto di avvicinamento. E’ già successo per due volte a Rimini. Dispositivo utilissimo per prevenire che la persona allontanata contatti la presunta vittima, il braccialetto elettronico collegato alla centrale operativa delle Forze dell’ordine, se mancante diventa così un biglietto d’ingresso in prigione. I recenti casi si riferiscono a due uomini indagati per maltrattamenti in famiglia e sottoposti a provvedimento di allontanamento dalla casa familiare con braccialetto elettronico. Per entrambi la Procura della Repubblica aveva chiesto e ottenuto dal gip un provvedimento di misura cautelare in via d’urgenza di allontanamento e divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico.

Il codice rosso

Una misura introdotta dalla recente normativa in materia di “codice rosso” che prevede il braccialetto anche per casi che non riguardano la detenzione domiciliare. Nello specifico ad un cittadino di origine albanese, denunciato dalla moglie per maltrattamenti, lo scorso 23 dicembre è stata notificata un’ordinanza cautelare disposta dal gip che prevedeva il divieto di avvicinamento alla moglie e l’allontanamento dalla casa familiare. L’indagato, difeso dagli avvocati Andrea Muratori e Nicola Tassani, è stato portato in carcere in attesa che si trovasse il dispositivo di rintracciamento. Il 27 di dicembre si è tenuto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Vinicio Cantarini durante il quale l’indagato ha negato tutti gli addebiti. Il gip ha quindi scarcerato l’uomo il 28 dicembre su istanza dei difensori, nonostante il braccialetto elettronico non fosse ancora a disposizione, perché la moglie era stata ricollocata in una casa protetta. Il 5 gennaio scorso il braccialetto applicato all’indagato, secondo i difensori, era difettoso tanto che scattava l’allarme ogni tre ore.

Rimesso in libertà

Caso analogo per un altro indagato, sempre un marito denunciato dalla moglie per maltrattamenti e difeso dall’avvocato Sonia Giulianelli. Anche in questo caso non essendoci a disposizione i braccialetti, l’uomo è stato arrestato e rimesso in libertà dopo l’interrogatorio di garanzia, questa volta senza l’obbligo del braccialetto.

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