Gli invitati al matrimonio di suo fratello hanno dovuto chiamare la polizia. Perché lui, accecato dalla gelosia, ubriaco e (si sospetta) anche sotto effetto di pesanti stupefacenti, stava pestando a sangue quella che da 8 anni era la sua compagna e convivente. La picchiava e le sbatteva la testa contro l’asfalto all’esterno del ristorante dove c’era in corso la cena di nozze di suo fratello. Urlandole che l’avrebbe ammazzata per poi scagliarsi anche contro i poliziotti intervenuti per salvarla.
Una scena shock quella a cui hanno assistito la maggior parte degli invitati al matrimonio. In quella che avrebbe dovuto essere soltanto “una festa”, sabato in un ristorante sulle colline di Calisese.
In manette è finito Z.M.P., 33enne di Savignano. Città dove fino a prima delle nozze del fratello viveva con la madre ma anche con la compagna, di poco più giovane di lui, che ora è tornata ad abitare con la sua famiglia a Santarcangelo.
La conviviale nuziale si è interrotta bruscamente quando dall’esterno del ristorante si sono iniziate a sentire della grida con richiesta d’aiuto. Era in corso il pestaggio con protagonisti “i cognati” degli sposi.
«Da otto mesi abusa di alcol, cocaina e crak - ha raccontato poi la vittima alla polizia intervenuta - e a causa di questo è diventato geloso al punto tale da non permettermi di usare il mio telefono. Spesso mi sottrae anche le chiavi di casa». I racconti la donna li ha fatti una volta arrivata in pronto soccorso per essere medicata da 15 giorni di prognosi subiti.
Di fatto quando è stata salvata, prima da amici ed amiche degli sposi e poi dall’arrivo delle Volanti del Commissariato di polizia, lui l’aveva raggiunta nel parcheggio dove lei si era recata per recuperare lo smartphone dall’auto.
Si era “ingelosito” perché, a dire del 33enne, lei era sparita in bagno con un altro partecipante al matrimonio. Di certo c’è che quando ha avuto la possibilità di raggiungerla mentre era da sola, l’ha aggredita. Pugni, calci. Poi l’ha trascinata per i capelli, sbattuta con la faccia sull’asfalto e poi buttata dentro al fosso. Mentre le urlava all’orecchio che l’avrebbe ammazzata.
La donna ha riportato ferite lacerocontuse al volto e contusioni un po’ ovunque al corpo, medicate al pronto soccorso del Bufalini dove è arrivata in ambulanza.
«Io non ricordo nulla di tutto questo» ha detto ieri al giudice Ramona Bizzarri il 33enne. Che nell’aula in cui il pm d’udienza era Marina Tambini, difeso dall’avvocato Alessandro Pierotti, è accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale per aver aggredito la polizia intervenuta sul posto.
«Avevo bevuto e quando mi sono ripreso e ho ricordi, i poliziotti mi stavano trattenendo. Ma non sono una persona che usa violenza alle donne. E non ho veramente alcuna memoria di quanto successo».
Dopo la denuncia sporta dalla sua ex compagna il pm titolare dell’inchiesta (Laura Brunelli) lo ha anche indagato per maltrattamenti in famiglia. Partendo dall’assunto che i due erano fidanzati da 8 anni ed hanno convissuto per almeno un paio. Accuse, quelle di maltrattamenti, che verranno discusse in un procedimento a parte.
Il giudice Bizzari ieri ha convalidato l’arresto del 33enne, che ora attenderà ai domiciliari nella sua casa di Savignano il rito direttissimo a suo carico per quanto avvento alla cena di nozze del fratello.