Fiori per la vittima in udienza, prima della condanna per stalking

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  • 05 novembre 2023

Non ha cercato di nascondere la maniacale infatuazione per lei, 26 anni cesenate, nemmeno quando si è trovato in tribunale per l’ultima udienza: quella che ha portato alla sentenza di condanna. Si è presentato in aula portandole un (ben poco gradito e rifiutato) mazzo di fiori. Lui, 35 anni di Rimini, di cui non possiamo riportare le generalità che altrimenti condurrebbero ad identificare la sua vittima, è stato condannato per stalking ad un anno di reclusione. E dovrà risarcire la giovane donna finita al centro delle sue maniacali attenzioni con 6mila euro: tanto è stato deciso dal giudice Serena Chimici in tribunale a Forlì.

I fatti che hanno portato alla sentenza di condanna hanno preso vita quasi due anni fa. Quando il 35enne riminese, frequentando un locale di Cesena, una sera ha visto lei, di una decina di anni più giovane. E se ne è infatuato in maniera (per lui) irrefrenabile. Partendo da quel poco che sapeva di quella ragazza salutata fugacemente, è riuscito a risalire ai suoi profili social, alla sua mail, alle sue frequentazioni, al suo posto di lavoro e a dove viveva. Ed ha iniziato un “martellamento” che (nei suoi intenti probabilmente) era finalizzato a rendere accettate le sue avance. La vittima riceveva mail, e lo incontrava “casualmente” in giro per locali. Dove lei aveva programmato di andare la sera e dove lui si presentava inatteso. Il 35enne prenotava tavoli per lui e “la sua bella” nei ristoranti di zona. Dando nome e cognome di tutti e due i commensali, che però mai si presentavano in coppia. Proprio da un ristoratore suo amico («hai prenotato un tavolo con un’altra persona ma non siete venuti a mangiare») la ragazza ha appreso che la misura era colma. Ed ha sporto denuncia. Al 35enne stalker era stato fatto di vieto di avvicinarsi alla giovane e di entrare nel territorio comunale di Cesena. Allontanamento del giudice che ha violato, finendo anche per farsi arrestare. Mentre lei, intanto, spaventata da quella presenza, cambiava abitudini di vita, smetteva di frequentare i soliti locali dove insieme agli amici di sempre temeva si palesasse lui. Il tutto almeno fino a quando i fatti non sono arrivati in aula dove (di fronte al pm Dati ed all’avvocato di parte civile Alessandro Sintucci) il 35enne, con tanto di mazzo di fiori in udienza che intendeva consegnare alla sua vittima, è stato condannato ad un anno ed al risarcimento dei danni. Abbandonando il tribunale senza che (come da richiesta della difesa dell’avvocato Filippo Lupo) il suo status mentale venisse sottoposto a perizia e solo dopo aver stretto la mano a tutte le parti in causa: ad eccezione del giudice che ha rifiutato l’ennesima “galanteria” non richiesta dell’imputato.

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