Emilia-Romagna, violenze e molestie di genere sul posti di lavoro, in campo anche i consultori

BOLOGNA. Anche i consultori in Emilia-Romagna vengono schierati sul campo per contrastare le violenze e le molestie di genere nei luoghi di lavoro. La Regione ha firmato oggi un protocollo d’intesa con Cgil-Cisl-Uil per l’attivazione in via sperimentale, attraverso i consultori familiari, di un servizio gratuito di ascolto e supporto socio-sanitario per chi subisce violenze o molestie di genere sul lavoro, in collaborazione con gli psicologi delle aziende sanitarie. Coinvolti anche i Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro delle Ausl. L’avvio degli sportelli sarà preceduto da iniziative di formazione per gli operatori e di divulgazione tra i lavoratori per garantire la massima diffusione del progetto, che dunque potrebbe vedere la luce nel concreto il prossimo anno. Entro il 2025 sarà intanto svolto un primo incontro formativo congiunto per avviare il progetto e organizzare le campagne di comunicazione. Il protocollo d’intesa, presentato oggi in Regione, ha una durata triennale e i risultati saranno monitorati anno per anno. I sindacati individueranno referenti dedicati che forniranno informazioni e faciliteranno l’accesso ai servizi da parte delle persone interessate. “L’indignazione per i casi di violenza è spesso solo temporanea- sottolinea Isabella Pavolucci della Cgil- si deve invece trasformare in un’assunzione di responsabilità collettiva, per sminare la tendenza a pensare la violenza di genere solo come un fatto privato”. Questo protocollo, aggiunge Orietta Ruoccolo della Cisl, “rappresenta un passo avanti di un lavoro che stiamo facendo già da tempo”. L’obiettivo sarà poi “allargare questo servizio di ascolto anche a tutti gli altri tipi di violenza, molestia e aggressione nei luoghi di lavoro”.
Daniela Brandino, della Uil Emilia-Romagna, dal canto suo rimarca: “Il messaggio che oggi diamo a lavoratrici e lavoratori è che non sono più soli. Di fronte a queste situazioni, non ci voltiamo dall’altra parte. E’ un atto dovuto. Ed è un messaggio anche per le imprese: anche per loro è arrivato il momento della responsabilità”. Questo progetto non riguarda solo l’ascolto e il supporto alle vittime di violenza, ci tiene a sottolineare Gessica Allegni, assessora regionale alle Pari opportunità, ma “parla anche di prevenzione. Cerchiamo di anticipare il problema, andando oltre la mera repressione. E’ un punto di partenza da cui non si torna indietro. Dietro questo progetto c’è anche una grande operazione culturale e il coinvolgimento dei consultori rappresenta il vero fiore all’occhiello”. Chiosa Massimo Fabi, assessore regionale alla Sanità, che condivide: “L’indignazione temporanea è un fenomeno ancora troppo diffuso. E il maschilismo governa ancora troppo spesso l’organizzazione del lavoro, sia nel pubblico sia nel privato. Questo protocollo traduce un sentimento di inaccettabilità di questi episodi, che violano la dignità delle persone, in approcci concreti che rendono non più socialmente accettabili questi comportamenti”. Secondo l’assessore, in fondo, “non è più una questione di emancipazione femminile: sono gli altri sessi adesso a doversi emancipare. Quando parliamo di medicina di genere si sono ancora troppo pochi maschi in platea. Quando riusciremo a contaminare la parte maschile di ognuno di noi, allora avremo fatto un salto culturale vero”, conclude Fabi.