Crac Ac Cesena, condanne e assoluzioni: si giocherà anche il “secondo tempo” del processo penale

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  • 17 luglio 2025

Le motivazioni della sentenza di primo grado sul crac dell’Ac Cesena - emessa martedì dal collegio penale presieduto dal giudica Marco De Leva - si conosceranno solo fra tre mesi, ma è lecito attendersi un secondo tempo di una partita che da Cesena si giocherà ora in corte d’Appello a Bologna.

E non saranno solo gli imputati condannati a provare a riscrivere la verità processuale attorno al fallimento del club bianconero; anche la parte civile infatti cercherà di poter ambire a un risarcimento economico il più possibile soddisfacente.

I condannati

Al momento appare scontato il ricorso in appello per gli ex soci sia dell’Ac Cesena che della controllante Cesena & Co: Mauro Giorgini e Claudio Manuzzi, entrambi condannati a 4 anni e 4 mesi, pena che se dovesse passare in giudicato aprirebbe loro le porte del carcere.

In attesa delle motivazioni della sentenza di martedì, appare lecito ipotizzare che i giudici abbiano sposato la tesi accusatoria per cui la rateizzazione dell’Iva avviata da controllata e controllante fosse una maniera per non pagare le tasse e finanziare quindi la società a spese dello Stato.

Per tutti i condannati le pene inflitte dai giudici del tribunale di Forlì sono state più alte anche di quelle che aveva chiesto in requisitoria il pm Francesca Rago.

Raffrontando i patteggiamenti con i quali sono usciti di scena prima del processo alcuni tra i principali protagonisti della vicenda (come gli ex due ultimi presidenti dell’Ac Cesena, Giorgio Lugaresi e Igor Campedelli) difficilmente rinunceranno all’appello Christian Dionigi, (3 anni e 10 mesi) e i condannati dell’area “contabile” delle società: Stefano Biondi, presidente del collegio sindacale (3 anni e 10 mesi) e Barbara Galassi (3 anni 6 mesi e 15 giorni).

Luca Campedelli e le plusvalenze

A fronte delle assoluzioni per Luca Mancini, Luigi Piangerelli e Rino Foschi le plusvalenze contestate dalla Guardia di Finanza potrebbero non aver inciso sulla sentenza.

Da un lato è stato valutato dai giudici che Foschi non rientrasse in alcuna maniera “nel giro” del settore giovanile; mentre Piangerelli, che era al centro degli scambi di giovani col Chievo Verona, è stato assolto con una formula che lascia trasparire una sua estraneità alle operazioni contestate.

Alla luce di questi fatti avrà sicuramente motivi d’Appello anche l’ex presidente del Chievo, Luca Campedelli, condannato a 2 anni per il contributo al dissesto ipotizzato nell’ultimo bilancio dell’Ac Cesena anche grazie agli scambi di mercato sull’asse Verona-Romagna. Il tutto, però, alla luce di una sentenza che ha assolto i fautori di quegli scambi. Ma ovviamente per avere ulteriori dettagli sul percorso logico giuridico seguito dai giudici bisognerà aspettare, come detto, almeno tre mesi.

Curatore a bocca asciutta

Non solo la difesa, però, valuta un ricorso in Appello. Il curatore fallimentare Mauro Morelli, dai patteggiamenti delle altre figure uscite di scena in passato dal processo ha racimolato cifre molto più basse rispetto al dissesto complessivo contestato. Al primo grado penale chiedeva una cifra di 49,9 milioni di euro di risarcimenti suddivisi tra Luca Mancini, Luigi Piangerelli e Rino Foschi, imputati che sono stati tutti assolti.

Ecco perché anche la parte civile potrebbe far ricorso contro quelle tre assoluzioni e puntare a una condanna in Appello e al relativo risarcimento.

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