Cesena: la petizione per non archiviare il caso di Cristina Golinucci ha sfondato il muro delle 25.500 firme

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  • 13 agosto 2024

Ancora non ci sono date d’udienza fissate avanti al gip. Ma anche nella canicola ferragostana, con la complicità di internet che è fruibile a qualsiasi temperatura ed in qualsiasi luogo, sta proseguendo a grandi passi la raccolta di firme lanciata su Change.org dall’avvocato Barbara Iannuccelli per chiedere a gran voce di non archiviare il caso della scomparsa (e della morte) di Cristina Golinucci.

A ieri sera erano 25.552 i sottoscrittori. Che continuano ad aumentare ogni giorno per chiedere di proseguire nelle indagini che ad ora sono state chiuse per la decima volta da quel 1° settembre 1992 quando Cristina Golinucci è scomparsa dopo aver posteggiato l’auto nel parcheggio dei frati cappuccini.

L’avvocato Iannuccelli per spronare alle firme ha ricordato in queste ore come... «Nel 1992 la scomparsa di Cristina Golinucci produsse solo 12 telefonate a Chi l’ha Visto?... tanto che anche la conduttrice del programma Donatella Raffai si disse “sconcertata” da così poco interesse per un vicenda simile. Oggi 25.552 persone hanno messo il loro nome e la loro faccia per dire no, al contrario di allora, all’archiviazione: la società civile alza la voce. Dobbiamo fare comprendere allo Stato che la letterale disintegrazione di una giovane ragazza di 21 anni interessa a tante persone e non è solo un problema della sua famiglia. Se capitasse a tuo figlio?».

La petizione prima di richiedere la firma spiega come Cristina Golinucci fosse una giovane ragazza di 21 anni.

«Il primo settembre 1992 si reca al Convento di Cesena con la sua auto verso le 14. Da allora, Cristina è scomparsa e i suoi familiari non hanno avuto alcuna risposta nei 32 anni successivi. Un dolore inconcepibile reso ancora più amaro dal continuo dubbio e dalla mancanza di giustizia. Il caso di Cristina è stato riaperto nel 2022 grazie all’impulso di sua famiglia, che ha continuato a cercare la verità per tutto questo tempo. Ma ora, c’è una nuova richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, nonostante molti aspetti del caso debbano essere ancora approfonditi. Non possiamo permettere che questo accada. Ogni caso irrisolto è una ferita aperta per la società, una mancanza di rispetto per le vittime e i loro familiari. Chiediamo alla Procura e a tutte le autorità competenti di non archiviare prematuramente il caso di Cristina, ma di continuare ad investigare fino a quando ogni aspetto non sarà stato esaminato a fondo. Dobbiamo andare fino in fondo per Cristina, per la sua famiglia e per la giustizia. Facciamo sentire le nostre voci per Cristina e per tutti coloro che sono scomparsi senza lasciare traccia».

Nel recente incontro al giardino per Cristina a Ronta l’avvocato Iannuccelli ha anche spiegato i termini della nuova opposizione all’archiviazione presentata.

Si basa sul collegamento tra ciò che vide nel parcheggio una signora quell’1 settembre 1992: ossia Cristina litigare con un uomo che aveva una chierica in testa, e la trascrizione dell’intercettazione ambientale di Emanuel Boke in carcere, in cui lui alla domanda di padre Lino “Tu conosci Cristina?” rispose “Sì. Quel giorno l’ho vista con padre Renato, commossa”. «Cristina era in lacrime e questo è l’oggetto della nostra seconda opposizione all’archiviazione, che in modo quasi ridicolo si chiudeva con la scusa che la Francia ostacola di trovare effettivamente Boke. Se si ritiene importante il ragazzo di colore che quel giorno era in convento, allora si deve trovare, legalmente si deve interrogare. Ed oggi noi chiediamo che venga cercato per essere interrogato come testimone».

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