La descrizione fornita è quella di un gruppo di giovani vestiti di nero in cammino per il centro città nella notte tra sabato e domenica scorsi. Sarebbero stati visti da diverse persone muoversi compatti e accendere anche dei fumogeni. Poi avrebbero avvicinato e aggredito due giovani di origini straniere, picchiandone uno in gruppo e spedendolo in ospedale con le ossa di uno zigomo rotte.
«Sono stato picchiato in corso Giuseppe Mazzini, in pieno centro». È la denuncia sporta ai carabinieri nei giorni seguenti da A.X, 30enne albanese di origini e da 14 anni residente a Cesena. Finito al pronto soccorso con lesioni giudicate guaribili in 30 giorni di prognosi, ai militari ha riferito di essere stato vittima di un’aggressione xenofoba.
«Ero insieme ad un mio amico di origini marocchine, che da due anni si è trasferito a Cesena dall’Umbria per lavoro. Eravamo in corso Mazzini e poco dopo mezzanotte siamo stati circondati e aggrediti da circa 40 giovani, che ci hanno colpito con calci e pugni senza alcun motivo o provocazione».
Il 30enne ha anche perso i sensi per le botte subite e in pronto soccorso gli hanno riscontrato, oltre alla frattura orbitale da colpo ricevuto al volto, ferite lacero contuse al corpo e alla testa.
«Dalle informazioni che ho raccolto quello in azione è un gruppo riconducibile ad ambienti neo-fascisti attivi in zona». Ed è su questa pista che ora si stanno impegnando carabinieri e polizia. Su Instagram circolano fotografie e “storie” del gruppo con una bandiera griffata “Giovani Cesena 1312”, che le prime indagini stanno cercando di chiarire se si tratti di una nuova frangia (sconosciuta) che inizi a muoversi nell’universo ultras. Le indagini hanno già escluso che si tratti di un gruppo vicino agli ambienti di Casapound. Partito che ha sede a poca distanza dal luogo dell’aggressione, ma il cui coinvolgimento in questa vicenda violenta è già uscito dal fascicolo d’inchiesta. In generale il sospetto è quello di una nuova frangia giovanile di estrema destra composta da ragazzi attorno ai 20 anni d’età. Sono in corso tentativi di identificazione dei responsabili del violento raid in centro di una settimana fa.
“Chi ha visto si faccia avanti”
«Secondo quanto denunciato, il gruppo aggressore sarebbe “riconducibile ad ambienti neofascisti attivi in zona”. La gravità dell’episodio non può essere sottovalutata: siamo davanti a un ritorno evidente di violenza ideologica che veicola odio, razzismo e intimidazione, ed è urgente vengano adottate al più presto misure che garantiscano la sicurezza di ogni cittadino e cittadina». Fondamenta-Avs esprime solidarietà piena alle vittime e lancia tre richieste: «Identificazione rapida e trasparente dei responsabili, chiusura di luoghi, sedi, spazi pubblici che favoriscono l’organizzazione di soggetti d’odio, spazi che devono essere sgomberati e confiscati, avvio di controlli e monitoraggio continuativo, istituzionali e sociali, affinché nessuno spazio resti terreno fertile per la propaganda neofascista».
Il Pd parla di «Grave episodio di violenza» e di «fiducia nel lavoro delle forze dell’ordine». «Chiediamo che venga accertata con assoluta trasparenza l’eventuale matrice xenofoba di questa aggressione e che si approfondiscano eventuali collegamenti politici che possano aver alimentato questa violenza. Invitiamo chiunque fosse presente o abbia assistito a questa aggressione avvenuta dopo la mezzanotte di sabato a farsi avanti» chiosa il segretario del Pd di Cesena Sebastiano Castellucci.
La Cgil ribadisce «la necessità di indagini rapide per identificare i responsabili, assicurando che vengano applicate tutte le misure previste a tutela della sicurezza di tutte e tutti». E di «aggressioni razziste» parla anche il Psi: «Cesena, che abbiamo sempre considerato una città sicura, accogliente, democratica rispettosa della Costituzione, ultimamente sta mostrando delle crepe nel tessuto sociale e la conseguenza sono episodi di intolleranza che sfociano in aggressioni. Gli episodi che si registrano in centro, alla stazione ed in altre parti del territorio sono sinonimo di un disagio che va considerato e affrontato, restando fiduciosi che in città non ci sarà mai spazio per atti di intolleranza, di odio razziale e di discriminazioni».