Bancarotte pilotate tra Cesenatico, Cervia e Ravenna: 25 anni di pena alla famiglia Coppola

Sette anni di reclusione a testa per i fratelli Christian, Thomas e Ivan Coppola. Quattro anni alla madre Palma Balestri. È la condanna pronunciata ieri dal collegio penale del tribunale di Ravenna, presieduto da Cecilia Calandra (a latere Federica Lipovscek e Cristiano Coiro), al termine di un processo lungo otto anni che ha ricostruito un sistema familiare capace di far fallire, secondo l’accusa, sette società legate ad altrettante strutture alberghiere della Riviera, prosciugandole con distrazioni milionarie. Un verdetto pesante, anche se più contenuto rispetto alle richieste della Procura, che per madre e figli aveva chiesto quasi 40 anni di condanna, già comprensivi dello sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato.
Secondo l’inchiesta coordinata dal pm Lucrezia Ciriello, i tre fratelli erano al vertice di un’associazione per delinquere attiva tra il 2007 e il 2014, con ruoli ben distinti ma complementari, che aveva un obiettivo ben preciso. Portare alla bancarotta le società che via via venivano acquisite e date in gestione ad amministratori di fatto. Thomas, 44 anni, domiciliato a Rimini, era il “contrattualista”, Christian, 46enne di Cesenatico, curava la gestione commerciale, Ivan, 41 anni, anche lui di Cesenatico, era ritenuto il “faccendiere”, operativo nella gestione delle società. Questi i compiti ben spartiti, secondo gli inquirenti. Al centro, una rete di imprese e prestanome - quasi tutte con sede a Cervia - che offrivano camere e servizi a prezzi stracciati, evadendo imposte e lasciando insoluti a fornitori e lavoratori.
L’indagine partì da una lettera anonima, poi trasformata in esposto nel 2012 da un gruppo di operatori turistici locali preoccupati per la concorrenza sleale. La Guardia di Finanza scoperchiò un sistema opaco di scatole cinesi, contabilità mancante e fallimenti pilotati, che ha lasciato sul campo un buco da oltre 5,3 milioni di euro. Le società coinvolte - e individuate come parti offese - sono la Cavalli Hotels srl, la Capitalgame srl, la Capitalprogress srl, la Offshore Hotel srl, la Business Travel srl, la Guest Star Hotel srl e la Royal Holiday srl.
Il processo si è protratto per ben otto anni, rimpallato fra udienze rallentate dalla pandemia, istanze di legittimo impedimento e improvvisi cambi di strategia difensiva, come la decisione di ripiegare sul rito abbreviato quando alle accuse si è aggiunta l’aggravante del danno di rilevante entità. L’ultimo colpo di scena - schivato in extremis - è stato sottoposto ai giudici poco prima della lettura della sentenza, con tre istanze alla fine non formalizzate. Ad ascoltare la sentenza l’avvocato della famiglia Coppola, Carlo Taormina, e uno dei tre fratelli.
I giudici hanno assolto invece i tre amministratori di fatto - difesi dagli avvocati Lisa Venturi ed Elena Giunti - già giudicati con rito ordinario. Un quarto imputato aveva invece patteggiato nei mesi scorsi.