Al Salone del Libro di Torino anche la cultura cooperativa

Si fa festa allo spirito cooperativo, in questo 2025, e lo si fa anche al Salone del Libro di Torino dove Culturmedia Legacoop lancia il concorso “Per un metro di libri” con l’incontro in programma oggi, 16 maggio “Per un metro di libri. Cooperazione e cultura 1975-2025”. Giovanna Barni, la presidente di Culturmedia, è fra gli ospiti della manifestazione.
Dottoressa Barni, cultura e cooperazione: cosa le lega?
«Intanto cinquant’anni di storia. Era proprio maggio quando nel 1975 nacque la Federazione nazionale delle cooperative culturali, su stimolo di Cesare Zavattini che ne fu il primo presidente. Già allora riuniva circa cento associazioni attive nel campo del cinema, della scrittura, del teatro...Zavattini e con lui il vicepresidente Mario Monicelli constatavano la crescita di realtà di questo tipo in quegli anni, e ne comprendevano il potenziale».
In termini economici?
«Non solo: compresero infatti che la cooperazione in campo culturale permetteva l’accessibilità per tutte e tutti, in una dimensione inclusiva, diffusa e plurale. Oggi non miriamo quindi a un “Amarcord”, ma a dare il segnale che la cooperazione culturale continua a svolgere i compiti che si diede allora, e che mantiene la sua centralità nel mondo della cooperazione».
In che senso?
«Che l’una fa bene all’altro, visto che la cultura è uno strumento di coesione e di sviluppo più equo. Sembra giusto allora...sfoggiare le nostre radici, ricordare per esempio la “Cooperativa degli scrittori” fondata da personaggi come Calvino, Arbasino ed Eco per sfuggire alle grandi concentrazioni editoriali in nome della libertà di espressione e di uno spazio maggiore per i giovani, e le donne».
E lo stesso si può dire per le cooperative di cinema e di teatro.
«Certo, la logica era la stessa, dare agli artisti la possibilità di sfuggire agli imprenditori dello spettacolo commerciale. Furono anni del resto in cui le cooperative teatrali cambiarono il profilo dello spettacolo dal vivo in Italia, portando linee e contenuti nuovi altrimenti inaffrontabili».
Una grande stagione, quindi.
«E una storia bella, che in questo momento vogliamo far riemergere e valorizzare: queste conquiste sono importanti infatti per la cooperazione, sono un lievito, che consente di sviluppare una visione in cui le motivazioni sociali ed economiche si coniugano con quelle culturali».