A Rimini “Pedalando 2024”: “In sella per sfidare il morbo di Parkinson”

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Una corsa in bicicletta per dimostrare al morbo di Parkinson che non avrà la meglio sul movimento e la coordinazione del corpo. E’ questa la motivazione che dà slancio ai venti ciclisti di tutte le età, dai 12enni agli 80enni, partecipanti all’iniziativa “Pedalando 2024, Movimento di resistenza al Parkinson”. I corridori sono partiti sabato scorso da Sant’Urbano, in provincia di Padova, e sono diretti a Genova, che saluteranno venerdì 2 agosto, dopo aver macinato 500 chilometri facendo tappa in numerose città, tra cui Rimini, dove l’arrivo è previsto per oggi pomeriggio, partendo da Ravenna, con un pit stop a Cesenatico.

Nella prima edizione, quella dell’anno scorso, i ciclisti erano arrivati San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, attraversando l’Italia da Nord a Sud, non solo per mettere alla prova la propria forma fisica, ma anche in segno di devozione a Padre Pio. La fede, infatti, è parte integrante della nascita di questo progetto che si fonda sì, sul favorire l’attività fisica come antidoto contro la malattia, ma anche sulla sensibilizzazione e sul conforto alle persone che ne soffrono, affinché sappiano che continuare a vivere e fare ciò che amano non è solo un sogno, ma è davvero possibile.

A Rimini

Oggi in tarda mattinata, partendo da Sant’Apollinare in Classe, la carovana di ciclisti, dopo una breve tappa a Cesenatico, farà ingresso a Rimini, dove la attendono i membri dell’associazione Pedivella e la professoressa Serena Brasiliani, figlia del 76enne Giuliano, ex ciclista, che ha imbracciato la sua bicicletta nonostante la malattia. «Andare in bici, fare movimento - spiega infatti l’insegnante, trasferitasi a Rimini da Padova 18 anni or sono, che oggi pomeriggio accompagnerà i corridori in un tour della città - aiuta a contrastare l’avanzamento della patologia e soprattutto ha un effetto benefico sull’umore, combattendo la depressione in cui molti malati purtroppo sprofondano».

Il voto

A dare vita a “Pedalando” è stata primariamente la volontà di Lorenzo Sacchetto, 56enne padovano che prima di sottoporsi a un intervento chirurgico al cervelletto (che governa la secrezione della dopamina, neurotrasmettitore indispensabile alla coordinazione neuro - motoria) fece un voto alla Madonna, affermando che se l’intervento fosse andato bene si sarebbe dedicato alla sensibilizzazione sul Parkinson e a dare sostegno alle persone che ne soffrono, organizzando il tour in bicicletta. Parte determinante del tour sono infatti gli incontri con le Amministrazioni e le associazioni del territorio per fare divulgazione sul tema. «Mio padre e Lorenzo si sono conosciuti tramite un sacerdote, oggi loro “mental coach” - racconta Brasiliani - e da allora collaborano insieme a questo progetto. Essendo d’aiuto agli altri, andando in bici, e sentendosi utile il mio papà è rinato». E con l’obiettivo di essere d’esempio per tutte le altre persone che soffrono di questa patologia invalidante, corre insieme a “Pedalando” anche Fabiano Fontanelli, ex gregario di Marco Pantani, anche lui affetto dal Parkinson. E come in un “mini Tour de France”, i ciclisti sono sempre scortati dalla polizia locale (nel tratto Ravenna - Rimini, da quella riminese) e seguiti da due “ammiragli”, auto che trasportano camere d’aria e tutti gli strumenti per dare assistenza tecnica ai ciclisti.

Domani ripartiranno alla volta di Ancona, per fare poi tappa in città dell’Italia centrale, tra cui Perugia e fare poi rotta sulla Liguria.

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