Guerra in Ucraina, la denuncia da Forlì: "Sparano sui civili"

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«Sparano anche sui civili, hanno fermato e bruciato una colonna di mezzi dei civili partita da Kharkov verso Poltava, gettando da palazzi di 12-15 piani cockatil di molotov. I russi non si fermano davanti a niente, ma i soldati ucraini sono ben organizzati e continuano a combattere». Vitaliy Tykhonovych, 44 anni, ucraino residente a Forlì da quasi dieci anni, ha appena parlato con un cugino che sta combattendo a Kharkov con il quale riesce a comunicare tramite i canali telegram. «Vengo da Poltava, dove abita ancora mia madre, è una cittadina che si trova a circa 200 km dal confine con la Russia verso Kharkov, quest’ultima sotto assedio da giorni dove risiedono venti persone della mia famiglia tra fratelli, cugini, nonni, zii e anche bambini – racconta Vitaliy – Tre cugini in questo momento combattono in prima linea. Io mi collego con i parenti in Ucraina ogni ora tramite whatsapp e telegram, riesco ad essere aggiornato costantemente. Sono molto preoccupato anche per il resto della famiglia che vive nascosta nella metropolitana. In pratica sono quattro famiglie, alcune con bambini fino a 12 anni e c’è anche un neonato. Hanno una grandissima forza dentro, io a volte piango, ma loro mi dicono di stare tranquillo perché “noi siamo i più forti del mondo”. Non so come facciano a gestire la situazione, hanno tutti una forza incredibile. So che hanno paura però percepisco la loro fiducia, sono organizzati e sono convinti che non si deve arretrare di un passo». Vitaliy non può essere in prima linea in Ucraina perché deve occuparsi della figlia e della moglie a Forlì, ma è stato tra i protagonisti davanti alla prefettura della manifestazione contro la guerra. «Ho chiesto ai sindaci del nostro territorio che si mobilitino per fermare la guerra, tutto il mondo deve muoversi perché se non fermiamo Putin scoppia la terza guerra mondiale. Adesso la guerra è nella mia terra, ma se non la fermiamo siamo tutti in pericolo e domani potrebbe entrare a casa vostra. Ringrazio i forlivesi che si stanno mobilitando per aiutare il mio popolo e ringrazio tutti i civili che si stanno prodigando in Ucraina per fermare questa guerra. Io sono qui, mi sento malissimo perché non posso aiutarli – prosegue Vitaliy – sono disperato, vorrei fare molto di più. Sono stato un militare della Specnaz (corpi speciali sovietici) so come combattere ma non posso lasciare la mia famiglia, devo restare a Forlì, quindi cerco di combattere da qui portando messaggi al mondo, facendo manifestazioni. In questo momento stanno bombardano Kharkov e stanno andando nella mia città dove c’è la mia mamma, malata e sola. Ha già la valigia pronta, documenti e soldi per partire appena possibile. La mamma combatte da tre anni con un tumore, ha bisogno di cure devo riuscire a farla uscire». Infine Vitaliy, insieme alla comunità ucraina di Forlì fa un appello: «Se qualcuno riesce a dare una mano per trovare posti da dormire per i profughi, lo dica, noi come comunità siamo pronti a fare una colletta per sostenere le spese necessarie».

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