Green Bond e finanza sostenibile: la grande corsa non si ferma

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I Green Bond sono diventati nel corso degli ultimi cinque anni la nuova grande frontiera della raccolta finanziaria. Gli investimenti in fondi ESG (acronimo che sta per Environmental, Social, Governance), ossia in masse gestite secondo strategie sostenibili e responsabili, sono in costante crescita, grazie a investitori istituzionali e retail. I Green Bond o “obbligazioni verdi” sono equivalenti alle obbligazioni tradizionali ma rivolte al finanziamento di progetti per la sostenibilità ambientale. Gli ambiti di applicazione sono diversi: il risparmio energetico, la produzione di energia pulita, il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, la creazione di infrastrutture dei trasporti meno impattanti come le ferrovie, l’edilizia eco-compatibile, con un basso impatto sull’inquinamento e sul consumo di suolo.

Il primo Green Bond è stato emesso nel 2007 dalla BEI (Banca Europea per gli Investimenti).

In Italia la prima obbligazione è stata lanciata proprio in Emilia Romagna da Hera, nel 2014, ma anche Iren, holding industriale multiservizi con sede a Reggio Emilia, in autunno ha concluso con successo l’emissione di un nuovo prestito obbligazionario in formato Green Bond di importo pari a 200 milioni di euro, risultando la prima multiutility italiana per numero di strumenti emessi in questo formato: 4 per complessivi 2 miliardi di euro.

Il primo bond verde di Stato è stato emesso dalla Polonia nel 2016. In Italia agli inizi del 2021 il Tesoro ha emesso il primo Btp Green raccogliendo 8,5 miliardi (a fronte di richieste dieci volte più elevate), mentre sei mesi prima era stata la Germania a entrare in questo mercato “verde”. Dal 2017 a oggi, i Green Bond sono trattati in Italia su un particolare segmento dei mercati MOT ed Extra MOT. Sempre più istituzioni sono interessate alla finanza green e lavorano per entrare in questo mercato.

Il segnale più importante della centralità di questi strumenti di raccolta finanziaria finalizzati a progetti con un impatto positivo sull’ambiente, è arriva da Next Generation Eu, il grande piano di rilancio dell’economia europea post-pandemia. Dei circa 800 miliardi messi sul tavolo, almeno un 30% dovrà essere reperito sul mercato attraverso emissioni green.

E se nel 2015 secondo Bloomberg le emissioni a livello planetario ammontavano a 40 miliardi di dollari, nel 2020 il totale delle emissioni green è salito a 226 miliardi per poi arrivare a 650 miliardi nel 2021.

La costruzione di un nuovo modello di economia sostenibile, attraverso la mobilitazione di capitali diretti verso progetti rispettosi dell’ambiente, passa dunque da qui. In Germania si è aperto perfino un dibattito legislativo “sulle catene di approvvigionamento per la difesa dei diritti umani e per la protezione dell’ambiente” e sull’eventualità di non importare beni da paesi in cui non vengono rispettati i diritti umani e l’ambiente. Un ulteriore segnale che il livello di empatia complessivo tra società e transizione ecologica sta crescendo e la finanza può davvero offrire un contributo importante, orientando scelte e investimenti strategici.

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