"Gran casinò", Fabrizio De Giovanni al teatro Cassero

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Dire no al gioco d’azzardo. Per non dover sentire più una nonna dire al nipotino: «Grattalo tu, che hai la mano fortunata».

È definito “ludopatia”, “gioco-dipendenza” o più comunemente “gioco d’azzardo”, ne sono afflitti circa 17 milioni di italiani di ogni età, ma che cos’è?

«Un flagello pari al narcotraffico», dice papa Bergoglio, «un cancro sociale», una malattia, un problema, ma anche l’argomento di uno spettacolo di teatro civile.

Ce lo dimostra Fabrizio De Giovanni con Gran casinò, vincitore del Premio nazionale Enriquez 2016 e in scena il 28 febbraio al teatro comunale Cassero di Castel San Pietro Terme.

L’attore, allievo dal 1991 di Dario Fo e Franca Rame, decide di affrontare un tema purtroppo comune a molti italiani: la ludopatia; partendo dalle sue origini e analizzandone i meccanismi, la complessità e la diffusione. Lo scopo? Quello di creare consapevolezza e sensibilizzare riguardo un business pericoloso e subdolo. L’evento è svolto in collaborazione con il Comune di Castel San Pietro Terme ed è promosso dal presidio imolese di Libera. La regia dello spettacolo è affidata a Gilberto Colla mentre Maria Chiara Di Marco cura la scenografia. Il testo è stato ideato da Ercole Ongaro. La produzione è affidata alla compagnia teatrale Itineraria, fondata nel 1994 dallo stesso De Giovanni e operante nel teatro civile da quasi trentanni anni. Itineraria ha portato in scena svariati temi sociali e attuali quali la Shoah, con lo spettacolo Voci dalla Shoah, la costituzione, il fascismo, portando in scena La vergogna e la memoria, l’ecologia, la droga e la crisi finanziaria. L’obbiettivo è quello di informare e formare i cittadini rispetto a quanto accade attorno a noi ogni giorno.

De Giovanni, unico attore sul palco, accompagnato soltanto da un tavolo e qualche appunto, dialoga con il pubblico, monologa, parla e spiega quanto la ludopatia sia sempre stata presente nella società umana. Il testo teatrale enfatizza particolarmente l’anno 1994, che vede la distribuzione dei primi gratta e vinci. È in quel momento infatti che si registra un incremento vertiginoso della “gioco-dipendenza”. A oggi il fatturato odierno del gioco legale è aumentato da 26 miliardi di euro a 107 miliardi e ciò fa riflettere quanto sia pericoloso. Lo spettacolo che, come suggerisce il sottotitolo, descrive «storie di chi gioca sulla pelle degli altri», è sia un grido d’accusa nei confronti della ludopatia e un invito al rifiuto, sia unico strumento di comunicazione emotiva e allo stesso tempo razionale. Il proposito di De Giovanni, come anche dei suoi collaboratori, è quello di creare indignazione, vergogna e consapevolezza nello spettatore. Interessante il taglio dato alla narrazione, comprensibile sia da adulti che da ragazzi, tanto da permettere la divulgazione dello spettacolo anche in ambienti scolastici. È stato infatti definito «profondo, intelligente, intenso» ed «equilibrato nelle sue parti serie, drammatiche, riflessive ma anche divertenti»,

Info: 051 6954198 o spg@comune.castelsanpietroterme.bo.it

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