Gorini: "Allarme sul nulla, con Astrazeneca in Inghilterra si vive"

Rimini

Di fronte al panico e all’allarme scattato in Italia e in Europa, e nella stessa Romagna, alla notizia della morte sospetta avvenuta in seguito alla somministrazione del vaccino inglese, l’immunologo riminese Giacomo Gorini, 32 anni e ricercatore del dipartimento di Biochimica ad Oxford, si dice «esterrefatto». «In Inghilterra, - dice, spiegando di esserne convinto - non sarebbe mai successo nulla di tutto questo». Oltre ai cittadini, in stato di apprensione a causa del blocco di 470 flaconi anche in Romagna, ci sono i medici di base. In tanti, infatti, si sono rivolti a Ordini e sindacati per chiarimenti sul comportamento da adottare. Nonostante le perplessità di alcuni, l’imperativo della Regione è però quello di proseguire con la campagna vaccinale, continuando a utilizzare le fiale non oggetto del lotto bloccato. Tuttavia, alcuni, ieri, hanno dato forfait dal medico di base, disertando l’appuntamento per l’iniezione.

Gorini, perché pensa che sia inopportuno il clamore che si è generato?

«Perché nel Regno Unito sono stati vaccinati milioni e milioni di persone, e i risultati li abbiamo visti nei termini di riduzione dei contagi, ospedalizzazione e mortalità. Qui si stanno riaprendo le scuole, con l’obiettivo di non chiuderle più. In Italia e in altri Paesi europei si sta facendo dell’allarmismo per nulla, per un fatto per il quale non è assolutamente dimostrato un nesso causale con il vaccino. E di questo mo dispiace molto, perché l’Italia è il Paese da cui provengo e ci tengo alla salute della sua popolazione».

Ritiene che parte di responsabilità l'abbiano anche i mezzi di informazione?

«Sì, perché sono convinto che in Inghilterra la notizia non sarebbe stata trattata nello stesso modo, che non ci sarebbe questo accanimento mediatico (anche “Il Post” ha messo in evidenza come la stampa europea abbia dato molto risalto alla notizia sulle reazioni avverse e la sospensione dei lotti di AstraZeneca, ndr). Da una parte capisco che un comune cittadino che non è informato in modo specifico sul tema vaccini e virus possa sentirsi disorientato. Io, per il fatto che in questo momento storico mi sto occupando di quello che è la mia passione e ho modo di avere informazioni di prima mano, mi sento un privilegiato».

Ritiene sia opportuno procedere ai controlli?

«Sì, senza dubbio è giusto fare i controlli sul lotto considerato sospetto. Ma vorrei che si tenesse presente che si fanno controlli anche sui lotti di insalate e di automobili. E se, come sono convinto, dai controlli non emergerà nulla, il nesso di causalità tra la morte e la vaccinazione verrà escluso, e il prodotto di Astrazeneca contro il Covid ne uscirà rafforzato».

Lei si è vaccinato?

«Purtroppo ancora no, attendo che prima di me vengano protette persone più a rischio, ma se lo potessi fare adesso, lo farei di corsa».

Del fatto che in Italia il personale scolastico in molti casi non abbia aderito alla campagna di vaccinazione cosa ne pensa?

«So che anche a Rimini i medici hanno i frigo pieni di vaccini AstraZeneca. E dico che è un gran peccato. Dico che l’Italia e anche l’Europa, a causa di un mala informazione sul vaccino di Oxford che è sicuro ed efficace, come si vede in Inghilterra, si stanno perdendo in un bicchiere d’acqua. Questa sfiducia non fa che creare sconforto, in un momento storico in cui non ce n’è bisogno».

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