Goodbye Londra; Maria Irene Salvi ora danza a Cesena

CESENA. Fra i ballerini professionisti rientrati a casa c’è Maria Irene Salvi, tornata nella sua Cesena quasi dieci anni dopo essere partita per Londra. Se n’era andata nel 2010 Irene, dopo la maturità liceale, per rincorrere il sogno di ballerina a ritmo di hip hop, street jazz, modern, coreografia, affascinata dalla musica e dal mondo delle pop star scoperto da ragazzina davanti allo schermo degli Mtv, dove crew di ballerini affiancavano le star in show faraonici. Una danza commerciale dove è durissima arrivare; Irene ci è riuscita, praticamente unica romagnola, grazie a una volontà caparbia che non l’ha mai spinta a mollare né durante la formazione, né nei momenti di delusione.
È stata protagonista degli Mtv Europe Awards, scelta per ballare ai Brit Awards (gli Mtv britannici) nel fantastico Millennium Dome (The O2) londinese, con le lanciatissime Little Mix, considerate le nuove Spice Girls. Ha danzato pezzi creati da Parris Goebel, già coreografa di Rihanna e del Super Bowl. Ha incontrato una mentore in Dana Foglia (lavora anche per Beyoncé), famosa coreografa di Los Angeles che l’ha chiamata a studiare da lei e le ha aperto un mondo; con Dana ha scoperto la “stiletto heels”, danza sui tacchi a spillo che Irene coltiva da insegnante e coreografa.
«Sono innamorata della performance; mi piace essere ballerina per artisti, andare in tour con loro, vivere l’esperienza di backstage, spettacolo, cantante, coreografo, è quasi come essere in una compagnia!».
Per sopravvivere nella costosissima Londra si è dedicata a lezioni e stage anche in giro per l’Europa, facendo pure da personal trainer a domicilio. Tante le faticosissime audizioni affrontate rincorrendo anche il musical: «La mia passione per la danza si collega a quella per la musica, da ragazzina ho studiato pianoforte al Conservatorio Maderna, vorrei ballare per star come Justin Timberlake, Janet Jackson, Pink, Usher».
Sogni concreti che d’un lampo si sono interrotti.
È stato un trauma tornare nella piccola città di provincia o un cambiamento positivo?
«Inizialmente mi sentivo strana mancando da tanti anni, e consapevole che il tempo dei ballerini è breve; perdere un anno per alcuni miei amici significa non poter più ballare. Io sono fortunata, posso contare sulla mia famiglia che mi ha sempre sostenuta e sono contenta di avere potuto dare una mano ai miei con questo ritorno. Ho continuato a ballare in casa, perfino nell’androne del palazzo, nessuno si è lamentato della musica, mi sono allenata tutti i giorni, con fitness e corsa. Certo, occorre una motivazione enorme per fare lezione senza vedere nessuno. Ho dato anche lezioni private su Zoom. E, giorno dopo giorno, ho scoperto pure cose positive».
Il buono della pandemia…
«Ho avuto più tempo per la creatività, grazie alla tecnologia ho potuto prendere lezioni virtuali dai miei insegnanti preferiti di Los Angeles, che mai le avrebbero fatte in video. Ho studiato in salotto con il coreografo di Justin Timberlake, ho avuto tempo per imparare coreografie passate, come quella del tour di Janet Jackson, l’ho postata e lei l’ha condivisa, wow! Ho fatto pure ricerche su ballerini e artisti che amo, ho guardato film musicali, ho ripreso e curato altri stili di danza come la classica e il tip tap che imparai da bambina nella scuola cesenate di Carole Watson. E ho ripreso a suonare il pianoforte, chi l’avrebbe mai detto! Forse ascoltando la musica in modo diverso imparerò a coreografare in modo nuovo».
Perché la scelta di Londra?
«Non è una città che amo, Londra, lo dico ripensando anche ai momenti duri e ai no degli inizi, sebbene mi abbia dato tante soddisfazioni dopo. Sul fronte delle opportunità performative e degli studi che cerco so di avere scelto bene. Londra è la capitale europea per la danza che ho scelto, studios, maestri, coreografie, il lavoro performativo è al top. Ma sola com’ero, senza appoggi né riferimenti di compagnie, mi sono dovuta rimboccare le maniche per continuare a credere nei miei sogni, e di questo vado fiera. L’Italia non ha la stessa apertura all’arte e alla danza dell’Inghilterra. Un ballerino professionista che lavora in uno spettacolo teatrale o televisivo è poco retribuito. La cosa più bella di questi giorni difficili nella mia accogliente Cesena – conclude Irene – è poter respirare la natura delle sue colline, potermi allenare facendo i Gessi con il sole in fronte che mi dà la carica».

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