Golinelli: "Servono passi legislativi per le Comunità energetiche"

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Comunità energetiche: «Un’enorme possibilità e noi siamo pronti a coglierla. Servono però passi legislativi». Confcooperative Romagna ha aspettative significative su un nuovo strumento messo in campo sin dal 2018 dall’Ue e che, con l’inflazione trascinata proprio dai costi energetici, ora inizia ad essere d’attualità anche in Italia. Sul fronte “caldo” delle tariffe di gas e luce, l’associazione di categoria si era da tempo attrezzata, a livello regionale, anche fondando nel 2006 Power Energia, che oggi, con oltre 2 mila imprese aderenti, è la prima cooperativa in Italia per forniture di energia elettrica e gas ed è accreditata come grossista presso Arera. Oggi è una realtà strutturata, a tutto tondo, sul fronte energetico e ambientale e «nell’ambito della nostra attività siamo arrivati anche a proporci sulle comunità energetiche, una nuova interessante frontiera - spiega l’amministratore delegato, Cristian Golinelli -. Per certi versi non parliamo di niente di nuovo: esperienze simili esistono da 100 anni e si ritrovano con le cooperative elettriche storiche dell’Arco Alpino, che peraltro detengono anche le reti».

La concezione pertanto di fare sistema, producendo energia con le rinnovabili e utilizzandola con modalità condivise di risparmio ed efficientamento, ora ha aziende pronte anche nel nostro Paese, ma si attende la burocrazia: «Nel 2018 la Commissione europea ha elaborato una politica su questi temi, con lungimiranza. Una possibilità concreta, che non risolve alla radice il problema, ma che certamente lo attenua e peraltro migliora le performance ambientali, essendo incentrata sulle rinnovabili. L’Italia l’ha recepita recentemente, con un po’ in ritardo - prosegue Golinelli -. E ora il Mise deve emanare il nuovo decreto con le tariffe incentivanti, richiesto da un precedente provvedimento sin da giugno. Poi, a fianco agli aspetti legislativi, ci sono le direttive tecniche che devono essere fornite da Arera. Tutto il mondo delle imprese è in standby per questo motivo».

L’attenzione del mercato, spinto anche dai costi energetici cui ogni realtà economica si trova a far fronte, non manca: «Stiamo raccogliendo decine manifestazioni di interesse in tutta Italia. Non tutte si tradurranno in progetti, perché ci sono sempre vagli tecnici da compiere – prosegue l’ad di Power Energia -. C’è però attesa e l’importante ritengo sia non ragionare soltanto su impianti di produzione, ma anche dei servizi connessi alla comunità energetica: mobilità sostenibile, efficienza e risparmio in primis. Abbiamo un ufficio che si sta popolando ulteriormente di persone per essere pronti a questa svolta e sappiamo che la Regione sta per approntare un provvedimento che sosterrà queste realtà».

Il direttore di Confcooperative Romagna, Andrea Pazzi, è convinto che le caratteristiche della cooperativa siano quelle ideali per concretizzare questi progetti: «Lo dice la parola stessa: il tema comunità energetica ci interessa molto, perché tratta di comunità. Le cooperative sono fatte di persone e quindi siamo in prima linea su questo progetto che pone al centro la mutualità».

Pazzi dà conto, pertanto, dell’impegno di Confcooperative a raccogliere «l’opportunità di un approccio che tende ad avvicinare la produzione al consumo di energia. In particolare qui in Romagna ci stiamo rivolgendo ai Comuni, piccoli e meno piccoli, e alle Diocesi. E poi, com’è ovvio, ci sono le nostre imprese, che possono essere fulcro di progetti di questo tipo». Confcooperative si sta attrezzando per fornire l’infrastruttura organizzativa: «Noi ci facciamo carico di animare questo ragionamento, per dare quegli strumenti atti ad esplorare la materia». Le comunità, infatti, dovranno avere uno statuto e un assetto organizzativo: «Presto capiremo che non potranno essere realtà troppo piccole. E la forma cooperativa sarà quella prescelta, perché più adatta a questa esigenza».

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