Gli Uffizi al San Domenico di Forlì per Dante

Cultura

Un viaggio tra oltre 300 capolavori per raccontare Dante Alighieri come mai prima d’ora. È lo sforzo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e delle Gallerie degli Uffizi che, in occasione dei 700 anni dalla morte del sommo poeta, portano al San Domenico una narrazione della figura dantesca attraverso le opere dei grandi artisti dal Duecento al Novecento. La grande mostra Dante. La visione dell’arte sarà accolta negli spazi espositivi forlivesi dal 1° aprile all’11 luglio.

«Abbiamo condiviso con gli Uffizi fin dall’inizio questa avventura ma siamo vicini al traguardo – dice il direttore delle grandi mostre, Gianfranco Brunelli –. Si tratta di una mostra ricca e complessa, abbiamo calcolato il rischio. La sfida è stata pensare a un’esposizione in cui l’arte racconta l’arte».

Il progetto, infatti, nasce da un’idea di Brunelli e del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt: «È una grande occasione, per la Toscana, l’Emilia-Romagna e il mondo della cultura intera. Questa sarà la mostra più grande mai dedicata a Dante e l’arte visiva che lo ha raccontato nei secoli. Per celebrare il padre della lingua italiana sono state pensate diverse iniziative guardando oltre i campanili. A Ravenna, per esempio, ci sarà un’altra esposizione ma con un focus diverso proprio per evitare concorrenza. Il visitatore che arriva a Rimini per il mare può venire qui, a Ravenna e proseguire in altri luoghi della Toscana. Non è solo il Tevere che ci unisce. Dante è attualissimo, non c’è un poeta del passato in cui i versi sono così conosciuti. Il mio augurio è che nelle spiagge della Romagna quest’estate risuonino i versi rap del sommo poeta».

Un’esposizione ricchissima dal Medioevo al Novecento: per la prima volta l’intimo rapporto tra Dante e l’arte viene analizzato e ricostruito attraverso le opere di artisti come Giotto, Filippino Lippi, Michelangelo, Tintoretto, i quali si sono cimentati nella grande sfida di rendere in immagini la potenza visionaria del sommo poeta.

«Nella chiesa del San Giacomo apriremo con le citazioni dei giudizi universali, questa è la prima mediazione culturale che Dante fa rispetto al proprio tempo e per il pensiero occidentale. Avremo esempi di Beato Angelico, Giotto, Cimabue fino ad arrivare per Michelangelo e Rosso Fiorentino – spiega Brunelli –. Poi la prima fortuna critica di Dante, i codici, le prime versioni illustrate della Divina Commedia, i disegni di Zuccari e Stradano. Attorno le immagini di Dante. Percorrendo le numerose stanze del San Domenico vedremo come Dante è stato riscoperto dai Nazareni e come guida. Poi ancora quella mitografia risorgimentale che fa del sommo poeta il padre della patria italiana, infine il Novecento grafico».

Ma «questa è solo la prima parte, cercheremo attraverso il proseguo della mostra di ripercorrere e capire chi è stato Dante, la sua figura politica. L’itinerario si concluderà con le cantiche della Divina Commedia: l’Inferno tra la perduta gente, Paolo e Francesca attraverso due modelli, quello carnale di Ary Scheffer e quello delicato di Ingres. Il Purgatorio con Lotto e una stanza dedicata al XXXIII canto del Paradiso con Lippi e Tintoretto, ma anche una copia storicizzata della prima Pietà di Michelangelo».

Più di 300 i capolavori, circa 50 le opere che gli Uffizi hanno messo a disposizione.

«La prima mostra dove si potrà vedere il famoso ritratto di Dante di Andrea Del Castagno dopo il recente restauro – aggiunge Schmidt –. Ma anche Paolo e Francesca di Nicola Monti acquistato dalle Gallerie un anno fa , i disegni a tema di Michelangelo Buonarroti e di Federico Zuccari».

Non solo gli Uffizi hanno aperto i loro scrigni danteschi: per la mostra arriveranno prestiti dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Wolker Art Gallery di Liverpool, dai Musei Vaticani, solo per citarne alcuni.

«Grazie a una politica espositiva continuativa, Forlì ha conquistato il titolo di capitale italiana della cultura. È un fatto. – conclude l’assessore regionale Mauro Filicori –. Dobbiamo partire da qui per pensare come questa primazia può trainare l’intera regione e lavoreremo per dare a questa esposizione il rilievo che merita perché l’Emilia-Romagna è turisticamente intercambiabile: un giorno posso visitare la mostra forlivese, un altro andare a Ravenna, Bologna, Rimini. Questa evento capita, tra l’altro, proprio negli 800 anni di San Domenico, come celebrare al meglio questi spazi con la grande mostra su Dante».

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