Gli studenti del Nervi mappano i progetti architettonici di Ravenna

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Le architetture che tutti conoscono e quelle che nessuno ha mai visto: si articola lungo questi due percorsi paralleli il progetto Aetheriae della Rete Almagià, curato da Pietro Campri e Martina Pasini a stretto contatto con gli studenti del liceo artistico “Nervi-Severini” di Ravenna.

Aetheriae è una mappatura della città vista attraverso gli occhi di ragazzi e ragazze che hanno studiato venti progetti architettonici relativi a Ravenna: undici di questi sono stati realizzati, altri nove non hanno mai visto la luce, come quello del 1989 di Aldo Aymonino e Lorenzo Sarti per la Darsena, o sono andati perduti, come le scenografie di Aldo Rossi per la Lucia di Lammermoor alla Rocca Brancaleone, nel 1986.

Rilfessione sulla città

«In un anno di cammino condiviso – afferma la presidente di Almagià, Sabina Ghinassi – studenti e studentesse hanno attivato una riflessione profonda sulla città. Il progetto ha una doppia dimensione, analogica e digitale, ma può essere anche visto nell’ottica di una trasmissione di competenze tra le diverse generazioni che sono state coinvolte, all’interno di una scuola che è una vera e propria comunità creativa».

La parte analogica si compone degli elaborati prodotti dagli studenti che hanno partecipato all’iniziativa, i cui manufatti saranno esposti da domani fino al 3 giugno nel chiostro del liceo artistico, in via Guaccimanni: in mostra riproduzioni e rielaborazioni artistiche dei bozzetti originali, realizzati dalla classe quinta dell’indirizzo architettura. L’allestimento, che si snoda lungo le vetrate che racchiudono il chiostro, è stato invece affidato agli studenti delle classi terze e quarte.

Segni tangibili

Ma uno degli aspetti più innovativi dell’iniziativa sta nel fatto che gli spazi urbani su cui ci si è concentrati saranno contraddistinti da segni tangibili, andando a dare vita a una sorta di itinerario museale all’aperto: ragazzi e ragazze del “Nervi-Severini” hanno infatti impresso degli stencil nelle vicinanze delle architetture mappate, o nei luoghi dove sarebbero dovute sorgere quelle non realizzate. Agli stencil si aggiungono i qr code che, inquadrati con la fotocamera del cellulare, daranno accesso a informazioni dettagliate e all’archivio digitale nel quale sono stati raccolti documenti, bozzetti e altri materiali raccolti: un repertorio che potrà essere rivisto e ampliato anche in futuro.

«Siamo partiti dalla visita di Le Corbusier a Ravenna nel 1907 – spiega Pietro Campri, che come Pasini è un ex studente del liceo – e, passando per il secondo dopoguerra, siamo arrivati all’epoca contemporanea, toccando ad esempio i progetti per la Darsena, forse quelli che hanno attratto maggiormente i ragazzi».

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