Gli industriali: "Ripresa forte: non ci saranno maxi licenziamenti"

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Paolo Maggioli, presidente di Confindustria Romagna, traccia un primo bilancio dell’economia del territorio nel nuovo anno.

Presidente, come sta andando?

«Ci sono settori come il turismo, la moda, il commercio più penalizzati di altri dal Covid. Da inizio anno, però, la maggior parte dei comparti industriali sta registrando una ripartenza importante, a partire dal manifatturiero. I dati parlano di una ripresa un po’ in tutti i settori: dalla chimica alla meccanica, dalla lavorazione del legno all’informatica: i segni sono positivi, gli ordini in crescita, le prospettive interessanti».

Quali sono i maggiori problemi?

«La preoccupazione maggiore, adesso, riguarda la crescita dei prezzi delle materie prime. Registriamo aumenti in ogni ambito anche del 50% e questo può mettere un freno significativo alla ripresa».

Com’è la situazione da gennaio 2021?

«Le aziende hanno sempre lavorato e stanno continuando a farlo, ovviamente con la necessaria attenzione alla regole anti Covid. Sulla sicurezza c’è una sensibilità molto forte: sono state investite cifre notevoli per riorganizzare aziende e postazioni di lavoro, tutti si sono attrezzati. Se davvero – come sembra –, le vaccinazioni andranno avanti con grande velocità, e la nostra regione mi pare che si stia muovendo bene, è probabile la conferma di una ripartenza importante nel mondo dell’industria».

Ci sono state aziende costrette a chiudere o a operare molti licenziamenti ?

«Molto dipende dai settori, ma nel 2021 le difficoltà si sono notevolmente ridotte. Non siamo di fronte a una crisi come quella vista all’inizio della pandemia: sia nelle importazioni che nelle esportazioni. Anzi c’è un problema di manodopera specializzata: non sempre è semplice da trovare».

Lo sblocco dei licenziamenti rischia di creare disastri sull’economia?

«La grande paura che lo sblocco dei licenziamenti possa provocare centinaia di posti di lavoro persi, sta rientrando. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il governo ha fornito un segnale molto importante e conferma il fatto che, una guida sicura del Paese, offre tranquillità e motivazioni agli imprenditori molti dei quali sono pronti a tornare a investire».

Quali sono le prospettive future?

«Se come Paese e come Romagna saremo bravi a utilizzare i fondi e gli incentivi a disposizione, le prospettive possono essere molto positive un po’ per tutti, con in testa manifatturiero e nuove tecnologie. Il raffronto non è comunque con il 2020: le aziende guardano al 2019, al punto in cui ci eravamo lasciati».

Quali sono le differenze tra le varie province della Romagna?

«I dati dicono che Rimini è un territorio più fragile rispetto a Forlì-Cesena e Ravenna. C’è una economia a trazione turistica che, obiettivamente, mostra qualche difficoltà in più rispetto agli altri territori».

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