La conoscevano tutti a Santa Sofia e nella vallata del Bidente la tragica vicenda di Giovanna e del suo amato, il partigiano Guido Buscherini detto “Stoppa” per il colore dei capelli, e ne avevano fatto una canzone. Ora quei versi vengono riproposti dal gruppo degli Equ, musicisti santasofiesi doc, che con grande delicatezza e partecipazione reinterpretano Giovanna mia nata dalla fantasia popolare a pochi giorni dalla morte di Stoppa e divenuta nota ancora prima di Bella ciao.
Paolo Bresciani, memoria fotografica della vallata, l’ha corredata con una carrellata di immagini, e dal 25 aprile tutto verrà pubblicato sui social.
Gli Equ hanno partecipato al Festival di Sanremo e al Premio Tenco, e al bellissimo progetto “Durante” commissionato loro nel 2018 da Ravenna festival. Originari di Santa Sofia (e l’immagine che li ritrae nel video è scattata proprio all’ingresso della scuola in cui ha sede un’altra importante istituzione cittadina, l’Associazione musicale Cesare Roveroni), Vanni Crociani, Alessandro Padovani, Mirko Berlati e Gabriele Graziani hanno voluto riprendere la canzone ascoltata tante volte nelle feste e nelle case, e lo hanno fatto per una Festa della Liberazione in cui, mai come oggi, è indispensabile tutelare la memoria, e le radici stesse della storia moderna del nostro paese.
La loro versione di Giovanna mia è «una iniziativa nata su proposta di Anpi Santa Sofia, e alla cui realizzazione hanno contribuito associazioni e privati. Lo stesso Comune l’ha sostenuta – racconta il sindaco di Santa Sofia, Daniele Valbonesi –, tutti i santasofiesi infatti ne conoscono i versi che cantano anche quando sono lontani da casa per lavoro, per viaggio, per emigrazione. Da ora in poi però ne avremo una versione registrata in maniera professionale dallo studio forlivese “L’amor mio non muore”, un tassello che va ad arricchire il nostro patrimonio culturale e storico».
L’arrangiamento degli Equ adatta le strofe alla musica della canzone Olandesina, popolare negli anni Venti, restando fedele però al testo originario e alla storia di Guido e Giovanna.
Stoppa fu il primo caduto dell’Ottava Brigata Garibaldi al Monte Tiravento, a soli 23 anni. Fu colpito durante l’attacco alla caserma della Gnr di Premilcuore nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 1944, in un’impresa disperata e ingenua: prendere prigioniera donna Edvige, sorella di Mussolini e moglie del podestà del Comune della Valle del Rabbi, e fare uno scambio con partigiani detenuti a Forlì. Ferito gravemente e trasportato dai compagni, Stoppa morì sul sentiero nel punto in cui ora si trova il cippo che lo ricorda. Per quella impresa, fu insignito della medaglia d’argento al valore militare alla memoria, ma non tornò più dalla sua Giovanna, una «fanciulla deliziosa dagli occhi profondi ed azzurrini» come dice la canzone.
Alcuni santasofiesi tra cui Bruno Versari, detto “il poeta”, vollero allora ricordare il sacrificio di quei due giovani, e come è compito della poesia, resero immortale la memoria di Stoppa, di Giovanna e del loro tragico amore.
Annunziata Verità, “Nunziatina”, la staffetta partigiana faentina sopravvissuta a 18 anni alla fucilazione fascista, raccontata da Claudio Visani nel libro La ragazza ribelle, ora diventa una pièce teatrale. Andrà in scena oggi in anteprima in piazza dell’Indipendenza a Pomezia. La trasposizione teatrale è opera della regista Eleonora Napolitano, con le attrici e gli attori del suo laboratorio di teatro. La storia di Annunziata, oggi 97enne, continua a girare. È approdata in tv nel bel docufilm di Pietro Suber Lilì Marlene, la guerra degli italiani, è stata oggetto di molte presentazioni, incontri e iniziative, è diventata materia didattica in diverse scuole, un fumetto e ora spettacolo teatrale e graphic novel a cui stanno lavorando i ragazzi del Liceo artistico di Faenza.