Sei storie di vita di sei differenti mondi paralleli che ruotano tutti all’interno della galassia della letteratura. Nella consueta serata dedicata al 70° Premio Selezione Bancarella il pubblico ha potuto ascoltare gli scrittori finalisti di questa edizione raccontarsi e affrontare temi che spaziano dalla malattia, alla storia, fino alle difficoltà nella società.
La “cavalcata letteraria” è stata aperta dal sindaco, anch’esso vincitore del Bancarella nelle scuole diversi anni fa. «Questa sera non celebriamo solo il Bancarella, ma anche il ritorno dei ragazzi che si prestano a leggere. Molto spesso i ragazzi si sentono obbligati a leggere e non vengono accompagnati adeguatamente alla lettura, smettendo molto presto di leggere. Il Bancarella è il grande ritorno ad una scuola che si apre ad una città, ad una cultura che va preservata». Dopo i saluti del sindaco e i ringraziamenti da parte dei rappresentanti della Confesercenti e dell’associazione Fondazione del Libro, sono stati premiati e invitati sul palco gli autori finalisti con Melania Soriani, del libro “Bly”, in collegamento telefonico causa Covid. Nella stessa serata è stata premiata anche la scrittrice Ida Campeggia con il premio “Cesena e le sue pagine”.
La serata è stata condotta da Maria Luisa Pieri ed Elide Giordani. Il primo degli autori ad essere accolto è stato il giovanissimo Niccolò Palombini, colpito all’età di sedici anni da un gravissimo tumore alle ossa. «Ho scritto il libro “Io non ho più paura” principalmente per me, lì potevo riversare tutti i miei sentimenti. È stato un periodo difficilissimo, dove ho visto la morte in faccia. Ho avuto coraggio e sono riuscito ad andare avanti, mi sentivo di dover combattere anche per i miei altri due fratelli gemelli. Ora sto bene e vivo sereno vivendo una vita migliore. La visita più speciale è stata quella di un mio amico», ha concluso Niccolò.
È stata poi la volta del libro “Il Rospo e la Badessa” di Roberto Tiraboschi: «Nella Venezia medievale il rospo era una animale demoniaco, dalla sua pelle le streghe ricavano sostanze allucinogene. Ci sono voluti due anni di studi e di documentazione, ma alla fine ne è uscita una grande storia d’amore».
Telefonicamente poi è intervenuta brevemente anche Melania Soriani con il suo libro “Bly”. «Elizabeth Jane è stata tra le prime donne giornaliste, in lotta contro gli stereotipi, per l’emancipazione femminile. Un’eroina modello, punto cardine per numerosi ragazzi e ragazze».
Poi è stata la volta del libro “Nel nome di Dio” di Luigi Panella: «Il romanzo tratta delle crociate, un collegamento diretto tra il mondo di ieri e di oggi, dove nel nome di Dio si uccide ancora».
Successivamente è intervenuto Paolo Roversi con il suo libro “Blak Money”. «Un giallo che negli anni Ottanta ha sconvolto il sistema finanziario. Quando ancora i bancomat non avevano i pin e le telecamere di sorveglianza si contavano sulle punte delle dita espertissimi hacker rubarono 45 milioni di dollari svaligiando i bancomat di 38 paesi diversi».
Infine è stato il momento di Stefania Auci con il romanzo “L’ Inverno dei Leoni”. «Nelle vite degli altri si deve entrare in punta di piedi, sopratutto in vicende delicate come quella della famiglia Florio. Andrea Camilleri è stato uno scrittore fondamentale per la mia Sicilia, ridisegnandola e distogliendo i soliti pregiudizi della gente. Oggi la mafia c’è e va combattuta con l’istruzione. Deve essere un processo continuo e non occasionale».
A fine serata è stata premiata anche Sara Delvecchio, vincitrice del Bancarella nelle Scuole. La serata finale si terrà a Pontremoli il 17 Luglio dove verrà assegnato il primo premio Bancarella.