Ravenna, gli Arditi multati dal Comune: "Rito fascista davanti al cimitero"

Il giorno della Memoria. Non poteva esserci periodo più indicato per l’inizio di un contenzioso tra poli opposti, il cui scontro riporta agli anni della Seconda Guerra Mondiale. Da una parte, il Comune di Ravenna; dall’altra l’associazione nazionale Arditi d’Italia, nei panni del responsabile locale Mirco Santarelli, destinatario di una sanzione amministrativa di 250 euro per la commemorazione in memoria del gerarca fascista Ettore Muti. Fu proprio il rappresentante dell’Anai a ottenere dalla questura il permesso per la manifestazione tenuta il 21 agosto scorso davanti al cimitero monumentale di Ravenna e lungo le sponde del Candiano. Secondo Palazzo Merlato avrebbe violato il regolamento comunale dei servizi cimiteriali. In pratica, l’evento poteva svolgersi, ma non lì. Di parere opposto Santarelli, che ha deciso di impugnare la sanzione davanti al Giudice di Pace, dando il via a un braccio di ferro la cui posta in gioco è ideologica più che economica. L’Ente di piazza del Popolo ha infatti schierato il servizio legale al completo, con gli avvocati Patrizia Giulianini, Giacomo Giannoccaro e Giada Severi, per costituirsi contro il ricorso presentato dall’avvocato Francesco Minutillo, difensore del politico multato. L’udienza, per l’appunto, si è tenuta lunedì e le parti si ritroveranno nuovamente davanti al giudice a fine marzo.

Il rito dell’Appello fascista

La sanzione vergata con delibera di giunta porta la data del 23 agosto, due giorni dopo la commemorazione. Citando il “regolamento comunale di polizia mortuaria per la gestione dei servizi funebri e cimiteriali”, Santarelli viene accusato di avere organizzato un evento evocativo del regime fascista nel piazzale antistante il monumento al Marinaio, «fascia di rispetto cimiteriale», dando vita al «rito dell’Appello fascista». In pratica, contesta il Comune al responsabile Anai, «dopo aver invitato i labari dell’associazione nazionale Arditi d’Italia (...), sollecitava enunciando ad alta voce “Camerata Tenente Colonnello Ettore Muti” la chiamata del presente, urlata poi all’unisono da tutti gli astanti».

La difesa

La linea difensiva di Santarelli, in buona sostanza, sostiene che la manifestazione si sia svolta al di fuori dallo spazio cimiteriale interessato da regolamento comunale, attenendosi a tutti i paletti imposti. Tra questi pure il divieto di lanciare la corona di fiori nel canale Candiano, che nel giorno della commemorazione aveva fornito lo spunto per le frecciate dello stesso organizzatore («Ci hanno detto che è un’offesa per Ravenna. Ci passano le mucche morte», aveva commentato). In quelle ore il sindaco Michele de Pascale era stato esplicito, bollando Muti come «un violento squadrista, protagonista di violenze e efferatezze anche nella nostra città». Col senno di poi, le parole del primo cittadino erano molto più che un semplice avvertimento.

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