Giulio Cantore pubblica "Eco e Narciso"

Musicista, liutaio e... tornitore. In questo difficile periodo Giulio Cantore, che da oltre 15 anni costruisce preziose chitarre nella piccola “comune” denominata La Casa del Cuculo, alterna le attività musicali con il lavoro in fabbrica. Ma, in mezzo al verde del primo Appennino, trova tempo e fantasia per le sue creazioni: e oggi esce sulla piattaforma Believe Italia il singolo “Eco e Narciso”.

«Questa – sostiene Cantore – è in realtà la prima tappa di un percorso che proseguirà con altri singoli fino all’estate, mentre poi ci saranno due ep di cui uno solo strumentale. I pezzi verranno presentati da una copertina disegnata da Marcello Di Camillo con cui condivido casa e laboratorio. Ho deciso inoltre di lavorare in casa e non in studio: brani originali, quindi, suonati e cantati da me con poche collaborazioni, per esempio con la pianista Silvia Silvieri, nel brano pubblicato oggi. Così, non ho avuto pensiero a tempo e costi, come succede quando si va in studio, mi sono preso tempi notturni e dilatati, sapendo che se il risultato non era soddisfacente… potevo buttare via tutto!».

Molto è nato nel periodo del lockdown.

«Avevo pubblicato diversi cd fra 2016 e 2017, e un ep a inizio 2020. Poi, durante il lockdown c’è stata la svolta: avevo scritto brani a cui tenevo molto e che volevo fare uscire anche se la registrazione era stata fatta con il cellulare, ma desideravo soprattutto esprimere il processo artistico dietro alla produzione».

L’idea è stata vincente.

«Sì, infatti quando i responsabili dalla piattaforma Believe Italia, un distributore digitale fra i più grandi del mondo, hanno ascoltato i brani realizzati durante il lockdown, mi hanno contattato e mi hanno richiesto 12 registrazioni per il 2021».

E il suo interesse per Eco e Narciso?

«Ho pensato a una mia versione del mito ambientata ai tempi nostri. Il mio Narciso si specchia nel suo cellulare, cosa che succede a tanti specialmente in tempi di pandemia, quando l’unico sfogo sociale sono i social media dei nostri telefonini. Tutti ne siamo coinvolti, schiavi di quel cellulare che però dà da mangiare, dà visibilità, apre opportunità di concerti…».

Che le mancano molto.

«Certo: per il Covid ho perso tournée europee, e anche la fabbricazione delle chitarre ne ha risentito. Ma ora sono tornato a dividere il mio tempo fra le varie attività, cercando soluzioni nuove per far conoscere la mia musica».

Per esempio?

«Invece che stampare cd e vinili, un po’ vecchi di questi tempi, useremo le piattaforme come Bandcamp, e metteremo in commercio cartoline illustrate da Marcello, con i Qr code che rimandano al brano, illustrato a sua volta da immagini che lo raccontano. Insomma, la pandemia apre anche strade non tradizionali e ci mette in contatto con distributori vicini agli artisti».

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