Giuliano Babini alla Balestra di Longiano

Cultura

Quarto evento espositivo della Fondazione Tito Balestra a Villa Margherita di Longiano. Dopo le mostre di Enzo Tinarelli, Pirro Cuniberti e Enrico Versari, è la volta dell’artista ravennate di formazione mosaicista Giuliano Babini. La scelta dell’artista prende spunto dalla collaborazione pluriennale della Fondazione con il Teatro Petrella che vede quest’anno Babini come autore dell’immagine guida della stagione teatrale 2022. Novità di questa mostra è l’esposizione in tre sedi diverse messe in rete; attraverso il concetto di tour di Longiano che collega i luoghi della cultura, della bellezza e del buon vivere: Villa Margherita che ospiterà 10 opere, Teatro Petrella con tre opere posizionate nel foyer che accolgono ogni volta gli spettatori, e due opere alla Fondazione Balestra all’interno del Castello Malatestiano di Longiano

L’artista ha raccolto in una sorta di album dei ricordi, alcune delle sue opere che rappresentano in maniera emblematica la sua evoluzione artistica, tecnica e spirituale. Il nucleo centrale della mostra è allestito nelle sale di Villa Margherita Relais, la genesi di queste opere è collocabile in tempi passati, lontani, arcaici. Babini trova ispirazione dai personaggi bizantini, come nel caso del pavido condottiero “Vila” trasfigurato nell’omonima opera; nell’antichità greca (l’Androgino), nelle icone sacre di devozione -serie delle Nicchiette- e nei rituali precolombiani. In ognuna di queste opere si respira infatti un’aura di sacralità ma allo stesso tempo si percepisce il senso dello scorrere inesorabile del tempo, che graffia le superfici, le fa scurire, le rovine. Nel Castello Malatestiano sede della Fondazione Tito Balestra invece le due opere che racchiudono il senso di questa esposizione, il mosaico Rivedendo la Natura utilizzato come immagine guida della stagione teatrale di quest’anno e il libro che raccoglie, come in un album fotografico, alcuni frammenti del viaggio attraverso la vita dell’artista e che ha ispirato il titolo della mostra che tradotto significa: i miei “ritagli”, le mie memorie, mentre al Foyer del Teatro Petrella tre ritratti eseguiti come da formazione più accademica dell’artista che, nonostante lo stile più elaborato, di tanto in tanto riaffiora nella sua carriera. In questa mostra itinerante si può percepire molto bene un senso di spiritualità che l’artista ha commentato con queste parole “In realtà io non sono una persona particolarmente devota, ma trovo che sia intrinseca nel mosaico una sorta di religiosità poiché viene creato attraverso una tecnica lenta e minuziosa”.

Giuliano Babini è nato in Romagna il 6 gennaio 1951, diplomato presso l'Istituto d'Arte per il Mosaico di Ravenna e successivamente (corso di pittura) all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Esordisce nel 1971 alla "Rassegna della Giovane Pittura Romagnola" di Faenza (RA), poi continua ad esporre in personali e collettive a Ferrara, Forlì, Bari, Genova, Palermo, Bologna, Trevi, Paray le Monial, Stoccolma, Tokio, Parigi, Milano, New York. Nel 1981 fonda con Enzo Tinarelli, a Ravenna, l'associazione culturale "Spazio G" divenuto poi punto di riferimento per giovani artisti. Si dedica all'elaborazione di scenografie teatrali e performance. Compie diverse esperienze nel campo della fotografia, della pittura e del mosaico. Decisive per l'evoluzione pittorica diverranno due mostre visitate attorno alla metà degli anni '80 "La Transavanguardia Internazionale" tenutasi a San Marino e "Dal Ritorno all'Ordine al Richiamo della Pittura" al Matildenhohe Darmstadt in Germania. Mosaicista presso lo studio "Il Mosaico" di Signorini, . Insegnante all'Istituto d'Arte ed Accademia di Belle Arti di Ravenna, Direttore artistico della "Galleria Rasponi Arte Contemporanea" dal 1991 al 1996 . Contemporaneamente incaricato alla direzione artistica dello "Studio Akomena" dal 1988 al 2003 (collaborerà con autori quali: R. Arad, M. Bonetti, G. Demo, U. LaPietra, M. Lucchi, U. Marano, G. Pesce, E. Sottsass, ecc.). Nel 1996 direttore artistico della realizzazione musiva del sepolcro di Rudolf Noureïev. Verso il duemila fonde la creativtà progettuale con Francesca Fabbri firmando le creazioni come "Akomena Progetti". "Animal Skin" serie di tappeti flessibili ad imitazione ironica di pelli di animali, realizzati a mosaico. Nel 2008 cura la mostra allestita nei chiostri della biblioteca Casa Oriani a Ravenna; nel centenario della nascita "Giorgio Morigi Scultore". 2014 “Scultura et Mosaico” a Montevarchi, Arezzo. 2017 "Montezuma, Fontana, Mirko. La scultura in mosaico dalle origini a oggi", MAR - Museo d'arte della città di Ravenna.

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