Giulia Bonetti, da Forlì alla Banca Mondiale: "Da dove si riparte? Dai diritti umani"

Forlì

Non si arresta l’ascesa della giovane forlivese Giulia Bonetti. Già inserita tra le Next generation women leader, (le donne leader del domani, secondo la classifica dell’Istituto McKinsey), la 28enne, che lavora a Londra come contract manager presso l’Unione europea, è stata selezionata dalla Banca mondiale per partecipare allo “Youth summit” (dall’inglese, vertice dei giovani) . Si tratta di una “tavola rotonda” organizzata annualmente dalla World bank, ente con sede a Washington composta dalle due istituzioni Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo e l'Agenzia internazionale per lo sviluppo. Qui, nel corso della riunione che si è svolta il 9 e il 10 giugno, Giulia ha rappresentato i giovani di tutto il pianeta nel dibattito sulla “resurrezione” dell’uomo dopo la pandemia. Una rinascita che dovrà necessariamente avvenire «all’insegna della sostenibilità». «Il focus è la ricerca dell'equilibrio tra le persone e le esigenze del pianeta. Non si può più aspettare» rammenta la giovane attivista, che nel curriculum vanta anche la qualifica di redattore capo per la Universal versatile society, organizzazione accreditata al Programma delle Nazioni unite per l’ambiente, votata alla divulgazione scientifica sul cambiamento climatico. «Non si può più prescindere dall’urgenza di far sì che il mondo si converta al “green”. - sottolinea la 28enne forlivese - La pandemia non ha fatto altro che rendere più visibili le criticità che affliggevano il pianeta già da tempo». Quello a cui si sta assistendo, spiega Bonetti, «è la crescita esponenziale della povertà in un contesto globale che si sta polarizzando in maniera sempre più accentuata, con i ricchi che diventano sempre più ricchi e potenti, e i poveri sempre più poveri». Polarizzazione che genera effetti anche sull’ambiente. «Non è sostenibile - afferma - nemmeno dal punto di vista ambientale, per via principalmente dello sfruttamento energetico e delle risorse del pianeta». Il desiderio di Giulia, ora, è che la sua partecipazione allo “Youth summit” possa dare origine a effetti concreti «nel formare i giovani attivisti per i diritti umani del domani. Voglio - precisa - mantenere vivo il legame con i ragazzi che hanno partecipato». Sospinta dal desiderio di marcare con caratteri visibili il suo apporto alla discussione, la forlivese ha accolto con entusiasmo l’ammissione alla University of Pennsylvania per il Global institute for Human rights 2021 program (Il programma dell’Istituto globale per i diritti umani del 2021). «Ci occuperemo della ricostruzione delle strutture sociali dopo la pandemia mettendo i diritti umani al centro», chiarisce. «Un diritto per il quale noi giovani dovremo farci valere - aggiunge - è quello alla preservazione ambientale, affinché il cambiamento climatico possa essere inserito tra le ragioni che danno diritto all’asilo politico. Proporremo una convenzione internazionale affinché venga elaborata una convenzione legale per la gestione dei flussi migratori». «È un cambio culturale - ribadisce - perché non è più sostenibile mantenere una visione “uomo centrica”».

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