Giovani ribelli dall'antifascismo alla Resistenza: un incontro a Ravenna

Cultura

Anniversario della morte di Mario Pasi, un incontro alla Sala Corelli del Teatro Alighieri

Mario Pasi, nato a Ravenna nel 1913, è stato medico all’ospedale civile di Trento, intellettuale e attivista politico, partigiano militante nel trentino e a Belluno con il nome di battaglia di Alberto Montagna. Morì a Belluno dove fu sottoposto per diversi mesi a torture nella caserma della Gestapo, prima di essere impiccato, insieme ad altri nove partigiani, al Bosco delle Castagne il 10 marzo 1945. Per la sua attività e per il suo eroico silenzio sotto tortura fu subito insignito, nel 1947, di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria.

Proprio giovedì 10 marzo, alle 17 nella Sala Corelli del Teatro Alighieri, il Comune e l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Ravenna lo ricorderanno in un incontro dal titolo “Giovani ribelli - Mario Pasi, Ines Pisoni e Giuseppe D’Alema - dall’antifascismo ravennate alla Resistenza”. Interverranno Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, Gabriele Albonetti, già questore della Camera dei deputati, Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto storico di Ravenna, Natalina Menghetti, già sindaca di Alfonsine Massimo D’Alema, già presidente del Consiglio dei ministri. Coordinerà Livia Molducci, assessora del Comune di Ravenna.

Mario Pasi - Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria.

Dopo gli studi universitari a Bologna e la Scuola allievi ufficiali a Firenze, durante il servizio militare prese parte, come tenente medico, della 5a Divisione alpina “Pusteria”, alle operazioni belliche prima sul fronte francese, poi su quello greco-albanese nel 1940-41. Ripreso il posto all’ospedale Santa Chiara iniziò a tessere la rete dell’organizzazione comunista tramite il periodico “Il Proletario” da lui fondato nel 1942 e favorì la nascita del Comitato di liberazione nazionale a Trento dove, all’indomani dell’8 settembre 1943, aiutò molti soldati italiani a sottrarsi alla cattura dei tedeschi.

Salito con i partigiani tra le montagne del bellunese nel febbraio 1944 divenne prima Commissario politico di brigata, poi di divisione e infine dell’intera Zona Piave, pari a gran parte del Veneto. Catturato per delazione nel mese di novembre fu a lungo sottoposto a disumane sevizie nella caserma della Gestapo. Fu impiccato al Bosco delle Castagne il 10 marzo 1945.

A lui sono dedicate diverse tracce memoriali a Ravenna e a Belluno. A Ravenna, oltre alla scuola dell’infanzia Mario Pasi in via Rasponi, lo ricorda una lapide, inaugurata lo scorso luglio, apposta sulla facciata della sua casa natale in via Mario Pasi 11. Sempre in quell’occasione fu presentato il libro “Il più bell’italiano. Vita partigiana del dottor Mario Pasi” di Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia. A Trento lo ricordano una piazza al centro della città e una lapide dettata da Concetto Marchesi all’ingresso dell’ospedale Santa Chiara.

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