Giorgio Pasotti a Forlì con le favole tratte da Kafka

Una scimmia e una strana, ibrida creatura a metà fra una talpa e… un architetto: Giorgio Pasotti, questa sera (ore 21), al teatro Diego Fabbri di Forlì, in “Racconti disumani” tratto da due “favole” di Franz Kafka. La regia è di Alessandro Gassmann e lo spettacolo si avvale delle musiche di Pivio e Aldo De Scalzi. Con “Una relazione per un’Accademia” e “La tana”, Kafka attraverso gli animali protagonisti in realtà ci parla di noi.

Con il primo, pubblicato per la prima volta nel 1917, lo scrittore mette a nudo la superficialità di un modo di essere che si associa a comportamenti stereotipati e facili. Una scimmia in prima persona racconta come in soli cinque anni si sia adeguata al sistema umano per uscire dalla gabbia nella quale era stata rinchiusa dopo la cattura, e guadagnare un simulacro di libertà. Non è difficile fingere di essere il “signore dell’Universo”: è sufficiente assumerne comportamenti e abitudini, che peraltro possono essere imitati e replicati con estrema facilità.

«La prima cosa che ho imparato – racconta l’animale con fare furbesco – è stata la stretta di mano: una stretta di mano dimostra franchezza. Ora che sono al vertice della mia carriera, possa anche una parola franca raggiungere quella prima stretta di mano. Una tale parola non aggiungerà novità essenziali e rimarrà molto al di sotto di ciò che mi si richiedeva, ma deve mostrare quale sia la linea di sviluppo di chi, un tempo scimmia, è riuscito a entrare e a stabilirsi saldamente nella comunità umana».

“La tana” invece è uno degli ultimi racconti dell’autore boemo, scritto durante la permanenza a Berlino nel 1923, e pubblicato postumo e incompiuto nel 1931. Una strana creatura un po’ umana e un po’ animale, per costruirsi la massima sicurezza scava cunicoli su cunicoli che a suo parere la proteggeranno dai suoi simili. Nel tentativo di tagliare fuori il mondo si inoltra nel sottosuolo costruendo passaggi e nuovi tunnel, vicoli ciechi che non portano a nulla, mentre progressivamente la sua ricerca della sicurezza diventa ossessione, ansia e terrore.

«Molte delle paure raccontate da Kafka – commentano Pasotti e Gassmann – trovano posto nella realtà che viviamo. Ma andare in profondità in noi stessi, e guardare attraverso le parole di Kafka ciò che ci spaventa, forse può aiutarci a capire meglio chi è intorno a noi. In questo spettacolo poi un grande classico viene reso accessibile e appetibile al pubblico nell’idea, che condividiamo, di ricostituire un teatro che sia “spettacolo” e intrattenimento».

Biglietti: 29-27 euro.

Info: 0543 26355

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