Giorgia Penzo a San Giovanni con l'Antigone di Sofocle

Debutta questa sera alle 21 al teatro Massari di San Giovanni in Marignano lo spettacolo “Antigone” di Sofocle prodotto da Teatro Europeo Plautino, che vede l’adattamento e la regia di Cristiano Roccamo e l’interpretazione di Giorgia Penzo.

Un classico tra i classici, storia di ribellione, di lotta tra generazioni per affermare il diritto alle proprie scelte e l’umanità del vivere. La nuova produzione di Teatro Europeo Plautino, dopo il successo della stagione estiva 2021, ritorna in un nuovo allestimento che debutterà al Massari e partirà poi per una tournée in oltre trenta città d’Italia fino a maggio. La proposta fa parte delle iniziative messe in campo per la Giornata della donna e per l’occasione sarà presente l’Amministrazione Comunale insieme alla consigliera provinciale alle Pari opportunità Barbara di Natale e alle referenti del centro antiviolenza distrettuale Chiama ChiAma.

La tragedia narra la vicenda di Antigone che decide di prestare onori funebri al corpo del fratello Polinice, contravvenendo all’editto di Creonte che ne vieta la sepoltura perché traditore di Tebe, e con questo atto va incontro alla morte.

Penzo, com’è nato il coinvolgimento in questo spettacolo?

«Conosco Cristiano da tanti anni e ci accomuna una formazione legata alle maschere. Abbiamo sempre pensato che avremmo potuto fare qualcosa insieme e ora ci si è presentata l’occasione giusta. Per me quindi è un piacevole ritorno alla maschera e in questo monologo racconto il punto di vista di Antigone che decide di sfidare da sola il potere dello zio tiranno. Va contro un uomo solo a cui tutti sconsigliano di andare fino in fondo, ma lui non vuole sentire ragioni. Antigone è stata spesso eletta dalla cultura moderna a simbolo di ribellione, un dramma dell’adolescenza, del senza vie di mezzo, del tutto o niente, dell’io contro le leggi insensate del mondo degli uomini adulti, fatte senza cuore, senza uno sguardo verso gli oppressi, senza compassione, nell’accezione latina del termine. È una storia ancora molto contemporanea in cui Sofocle non trae conclusioni».

Com’è portare in scena questo lavoro?

«Per me rappresenta una sfida che ho deciso di cogliere. Grazie al mio percorso conosco molto bene i ritmi del comico che mi aiutano anche qui, inoltre attraverso le maschere do vita a numerosi personaggi (Creonte, Tiresia, la voce fuori campo, ecc.). Si tratta di un lavoro fisico e di grande esercizio di memoria. L’adattamento parte da Sofocle cui si unisce la versione di Jean Anouilh».

Lo spettacolo girerà tutta Italia soprattutto per essere presentato ai ragazzi nelle scuole.

«Sì, mi interessa molto confrontarmi con gli studenti e capire il loro punto di vista sulla vicenda. Il teatro antico serve a questo, non tanto a dare risposte, quanto a porre domande. Ci si chiede le motivazioni dei gesti di Antigone, una figura che racchiude in sé tanti temi. Antigone agisce, e oppone alla legge umana la legge divina, alla legge della ragione la legge del cuore».

Info e prenotazioni: 389 5405804

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