Giordano Sangiorgi, patron del Mei: "Portiamo il liscio all'estero"

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Cogliendo l’occasione del Meeting delle etichette indipendenti, che occuperà il weekend a Faenza, facciamo il punto sulla situazione presente e sulle prospettive future della musica in Italia, in Romagna in particolare, con l’ideatore e organizzatore del Mei Giordano Sangiorgi, uno degli attori principali della scena italiana, non solo indipendente.

Cominciamo dando uno sguardo all’estate appena finita: Sangiorgi, da cosa è stata caratterizzata?

«È indubbio che ha vissuto un vero boom del liscio, grazie agli Extraliscio a Sanremo. Sono partiti dal Mei 2016, attraverso il grande evento a Forlì per i 50 anni dalla scomparsa del maestro Secondo Casadei, nell’anno della scomparsa del nipote Raoul, e poi alla Notte del liscio, tutti eventi che abbiamo contribuito a organizzare. Il liscio è ormai un brand affermato in tutta Italia, che merita da parte della Regione Emilia-Romagna, che ci ha creduto fin dal 2016, continuità nell’investimento, per portarlo anche all’estero, dove incontrerebbe un grande favore».

Veniamo al Mei 2021.

«È oramai un elemento di traino e di identità del territorio faentino. Per proseguire, visto che la convenzione è in scadenza, servono maggiori risorse locali e nazionali, coordinamento che unisca le forze faentine e di comuni limitrofi, anche tramite anteprime in riviera. Si possono fare progetti complessivi, capaci di arrivare ai fondi del Pnrr».

Quello di quest’anno è il Mei della ripartenza.

«La ripartenza deve assolutamente esserci, servirebbe capienza piena a partire dal 1° ottobre con green pass. Già oltre il 50% delle attività hanno chiuso; si rischierebbe l’estinzione del settore, mettendolo tutto nelle mani di poche major».

Che progetti ha, terminato il Mei?

«Quelli normali dopo 25 anni di grandissimo successo: un ruolo di coordinamento di attività musicali a livello territoriale e regionale per dare forza a tutto il settore, che confermi Faenza capitale della musica. La realizzazione di un progetto regionale tra la via Emilia e il Po, che metta insieme tutte le realtà, con maggiori risorse per lavorare tutto l’anno».

L’Eurovision in Romagna: lei ci crede?

«Lo meritiamo, e che sia un’occasione per presentare eventi musicali e artisti del territorio. Noi ci siamo, e abbiamo già idee».

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