Gianluca Wayne Palazzo e “La fine del mondo”

Cultura

È appena uscito con la ravennate Fernandel l’ultimo libro di Gianluca Wayne Palazzo, scrittore modenese (classe 1976) laureato in Storia e critica del cinema, insegnante di Lettere a Roma, con all’attivo diverse pubblicazioni che hanno saputo farsi notare, tra cui “Idiota è una parola gentile” e la raccolta di racconti “Gli undici addii”.
L’autore torna con “La fine del mondo”, romanzo capace di dare forma a personaggi complessi e sfaccettati, che si muovono tra le pagine e in qualche modo le oltrepassano grazie alla loro universalità e grande attualità.
Il libro pone al centro Carlo Draghi, appassionato di poesia anglosassone e uomo dalla doppia vita: autista in una produzione tv di giorno, pugile negli incontri clandestini che si svolgono alla periferia di Roma di notte.
Il destino del protagonista cambia quando incontra Giorgio, simpatico nerd in procinto di pubblicare “La fine del mondo”, gioco di ruolo di nuova concezione in cui il suo creatore – che lo ha definito addirittura «una cosa epocale» – ha investito tutte le sue speranze e le sue energie.
L’incontro tra i due destabilizzerà le loro esistenze e quelle della fredda Diana, moglie di Giorgio e donna che si è rassegnata a una vita fatta di ansie, lavoro precario e incombenze casalinghe. Sarà proprio la storia nata tra lei e Carlo a risvegliarla dal torpore e farle ritrovare la voglia di vivere, superando un universo fatto di emozioni congelate e sopite, e costringendola a scegliere tra due amori difficilmente conciliabili.
A impreziosire la trama ci sono poi il mistero che cela Carlo, uno dei tre protagonisti – che nasconde il proprio segreto dietro un’apparente imperturbabilità – e soprattutto quello strano gioco di ruolo, in cui i personaggi sembrano vivere di vita propria. Fatti inspiegabili, catastrofi naturali, attentati: il responsabile di questi eventi così improvvisamente frequenti e collegati tra loro pare infatti essere proprio “La fine del mondo”, i cui sviluppi paiono misteriosamente e inspiegabilmente influenzare la realtà circostante grazie al “Libro del destino”, vero cuore del gioco «in perenne aggiornamento» e «sorta di manuale che racchiude i destini dei personaggi e tutta una serie di variabili».
Può un semplice gioco diventare inquietante allegoria della vita e creare un continuo fluire dalla distruzione alla rinascita o è tutto frutto della suggestione del suo ideatore?
Per risolvere il mistero c’è una sola cosa da fare: leggere l’ultimo romanzo di Palazzo.

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