Giacomo Poretti questa sera a Sogliano

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Si riaccende alle 21.30 l’estate di Sogliano. Ad accogliere in piazza Matteotti c’è stasera Giacomo Poretti, il terzo nome del famoso trio Aldo Giovanni e Giacomo, l’ultimo a essere entrato nei primi anni Novanta nel duo Aldo e Giovanni, e ad avere vissuto gli anni d’oro dei tre in teatro e nel cinema. Poretti riparte dal suo ultimo monologo “Chiedimi se sono di turno” che debuttò sul finire del 2019 per fermarsi quasi subito insieme ai teatri, silenziati dalla pandemia. Il “turno” in questione è quello di un infermiere d’ospedale. La regia è di Andrea Chiodi, già regista del precedente “Fare un’anima”.

È strana la vita Giacomo; prepara uno spettacolo che racconta di ospedali ed è costretto a fermarlo per un virus che ha moltiplicato l’affluenza nelle corsie.

«Quando mi fu proposto, nell’ottobre di due anni fa, era un progetto a cui tenevo da tanto; raccontare cioè la storia di un personaggio che vive tra corsie dell’ospedale; casualmente è stato interrotto proprio per un problema sanitario che, nostro malgrado, abbiamo dovuto imparare. Adesso però riparte, sostanzialmente immutato. Ho riflettuto a lungo se “aggiornarlo” con il tema Covid; ma credo sarebbe stato meno interessante, anche perché non si hanno ancora idee ben chiare su quello che è accaduto e che accadrà; così abbiamo mantenuto la struttura originale».

Ce lo introduce?

«Il protagonista è un infermiere che vive i suoi giorni tra corsie d’ospedale dove incontra una umanità varia fatta di infermieri, medici, suore, ma prima di tutto di ammalati e parenti. Lo spettacolo è tutto giocato sul registro comico ma anche drammatico. La regia di Andrea Chiodi aggiunge eleganza ed essenzialità alla scena».

È anche autobiografico, forse perché lei pure ha avuto a che fare con cliniche?

«Per undici anni ho lavorato in ospedale da infermiere, cosa che sicuramente ha influito nella mia formazione personale, così come nell’idea di raccontare quel mondo. Nel cambiare lavoro ho ricominciato tutto da zero, nel calarmi nell’idea di questo e personaggio sono tornato indietro».

Cosa l’ha spinta a cambiare?

«Non so, forse una irrequietudine che ho sempre avuto, non mi accontento mai delle cose ottenute, mi attira la curiosità di fare altro. Il lavoro nel mondo dello spettacolo è talmente vario che mi ha permesso di spaziare dalla televisione al cinema al teatro con Giovanni e con Aldo, e di fare altre cose, come scrivere».

Le piace scrivere?

«Tanto; è il mio sommo divertimento. Ho cominciato con Aldo e con Giovanni, prima in tre, poi da solo. Scrivo tanto ma non sarebbe stato possibile senza il lavoro fatto con Giovanni e con Aldo, mi ha “liberato” tutta la mia potenzialità di penna».

Da infermiere seguiva il teatro?

«Ho sempre avuto l’interesse per lo spettacolo, ma solo da ragazzino mi cimentai in oratorio. Poi negli anni di lavoro frequentai due scuole, a Milano L’Arsenale, scuola di mimo e dramma, a Busto Arsizio una scuola di teatro. Ovviamente, tengo a precisare, erano entrambe scuole serali!». Euro 15-12. Info: 331 9495515

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