Gatteo, il fuoco fa sparire il locale ma non la battaglia legale

Cesena

L’incendio divampato due giorni fa nello stabile dell’ex “Joe Bananas”, a ridosso della foce del Rubicone, ha riaperto vecchie ferite. La struttura era nata nell’estate 2017, come racconta Marino Lazzarini, che si lanciò in quell’avventura imprenditoriale: «Il progetto era sostenuto dal sindaco Vincenzi e prevedeva nell’area del tendone un evento denominato “Rubicone Summer Fest”, in compartecipazione con il Comune. La struttura tutta in legno, su area privata e non sul demanio, aveva dimensioni contenute. Non c’erano i tempi tecnici per avere un permesso stagionale permanente, per cui l’amministrazione ci consigliò di partire con un permesso provvisorio, visto che poi sarebbe stata approvata una variante entro quello stesso anno». Quando terminò la stagione estiva, la variante non arrivò, e così «la struttura fu smontata solo in parte. Poi - prosegue Lazzarini - l’anno successivo il successo fu travolgente. Il “Joe Bananas” diventò uno dei locali tra i più trendy e i suoi eventi erano sempre affollati. Si decise di non smontarlo, visto che l’impatto della struttura era molto limitato. A fine 2018, però, la Soprintendenza chiese perché la struttura fosse ancora lì e avviò un iter aggressivo, che dopo due sentenze negative del Tar e una positiva, con concessione di sospensiva da parte del Consiglio di Stato, portò alla confisca dell’area e del manufatto». All’imprenditore la piega che prese la vicenda non riesce ancora ad andare giù: «Si consideri che si tratta di un’area privata, non demaniale, e che per abbellire la zona dal degrado in cui da decenni versava si era anche deciso di procedere ad abbattere il vecchio manufatto diroccato in cemento, senza attendere la concessione del nuovo, ingenuamente. Un manufatto di 150 metri quadrati, interamente condonato, che anche se orrendamente impattante avrebbe comunque potuto restare per sempre al suo posto. Quello nuovo, leggero ed ecocompatibile in legno, misurava solo 80 metri quadrati, per cui si pensava che il miglioramento turistico dell’area non avrebbe incontrato ostacoli». Invece, anche prima dell’incendio, quell’attività era già “in cenere”: «Il “Joe Bananas” era chiuso da tre anni e il Comune ha confiscato l’area e il manufatto. Va sottolineato che è forse stato anche prematuro, visto che sulla vicenda non è stata ancora posta la parola fine, e che il giudizio definitivo spetta al Consiglio di Stato, dove ora giace la pratica, che potrebbe secondo noi ribaltare completamente il finale, visto che già una volta ha ribaltato il giudizio del Tar, che non aveva concesso una sospensiva dell’ingiunzione di demolizione, in attesa del merito. E concedendo quella sospensiva, di fatto aveva lasciato il “Joe Bananas” nello stato in cui era». E l’incendio? «Non ho commenti da fare - conclude Lazzarini - ma era sotto gli occhi di tutti che negli ultimi anni senza “Joe Bananas” lì erano tornati degrado e abbandono».

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