Gasparrini presenta "Diventare uomini" a Cesenatico

Cambiare una mentalità, dare una svolta all’educazione: con consapevolezza dell’esistente e delle prospettive. Parla di questo e di molto altro Diventare uomini. Relazioni maschili senza oppressioni. L’autore, il filosofo Lorenzo Gasparrini, presenta il libro oggi alle 17 al Museo della Marineria di Cesenatico per il quinto incontro della rassegna “Insieme contro la violenza” a cura dell'associazione Voce Amaranto.

«Già il titolo è una citazione della famosa frase di Simone De Beauvoir Donne non si nasce, si diventa– spiega il filosofo romano – perché come per quella femminile, anche l’identificazione maschile è una costruzione sociale, e ogni società porta gli individui a “diventare” in un certo modo, senza però chiedere al soggetto se quel modo gli piaccia, lo rappresenti».

«Nel libro – prosegue – immagino una biografia da cui si vede che la società preme verso certe caratteristiche, lo fa con i cliché imposti ai bambini e poi quando si è adulti con le professioni “dedicate” ai generi. Non basta: queste caratteristiche sono disposte in una rigida gerarchia verticale: se sei uomo o donna in un certo modo, vai bene, altrimenti non “sei”. Questo crea una forte discriminazione sociale, e negli individui un senso di mancanza e di inadeguatezza spesso difficilmente risolvibili».

Conformarsi a stereotipi in cui non ci si riconosce però può essere doloroso.

«Non solo: nessuno avrà mai tutte quelle caratteristiche, quindi la nostra corsa è una continua sconfitta, visto che i criteri sono stringenti ma nessuno è in grado di soddisfarli pienamente».

Ed ecco il senso di inadeguatezza…

«Certo: tu fai la tua vita faticosa, senza neanche renderti conto che quello che ti viene chiesto non è quello che vuoi tu, e questo accade sia nella questione del genere che in molte altre. Occorrerebbe quindi un lavoro preventivo, ma di questo scuola e politica non si curano. Invece in Paesi dove l’educazione al genere si pratica già sui banchi, non esistono certi fenomeni che invece da noi imperano».

Per esempio?

«Beh, la pornografia commerciale: i ragazzi e le ragazze da noi trovano solo lì qualche risposta alle loro curiosità. Ma la pornografia distrugge, e impedisce che si formi un immaginario armonioso e amorevole».

Con ovvie conseguenze poi anche sui comportamenti degli adulti.

«E infatti mi ha molto meravigliato lo stupore generale seguito alle vicende del raduno degli Alpini a Rimini, con le molestie, le frasi e anche i gesti denunciati da donne e ragazze. Questo tipo di giornate è sempre finito in episodi simili e ancora più gravi… la differenza è che quest’anno ce ne siamo accorti! Ma il problema non sono gli Alpini, il problema si crea quando gruppi di uomini basano la propria identità di genere sul manifestare un potere. La molestia allora serve a dire all’amico “sono come te!”. E la motivazione sessuale è del tutto estranea visto che questi comportamenti sono solo strumenti di affermazione di identità».

La logica del branco.

«La logica del reciproco riconoscimento… per questo denunciare le molestie serve a poco. Bisogna creare identità maschili diverse, perché non si trovi più in una condizione di vulnerabilità chi è, per esempio, all’incrocio di diverse situazioni discriminanti: una donna, nera, cameriera, un soggetto molto fragile rispetto a chi pensa di affermare così la propria identità e la propria appartenenza. Se ne può uscire solo dando valori completamente diversi: ma un valore sociale si cambia solo socialmente».

Della società fa parte la famiglia.

«È l’agente educativo più importante, ma non l’unico. Certo non può né rifiutare il proprio ruolo né renderlo esclusivo, ma il discorso, non mi stanco di ripeterlo, è sociale e ognuno deve fare la propria parte: la scuola, i media, tutti gli attori culturali che contribuiscono a costruire un’identità…».

Anche perché, altrimenti, i giovani sono abbandonati allo strapotere della rete che non sembra granché propensa a cambiamenti culturali in questo senso.

«Ed è un peccato, perché fornendo ai ragazzi e alle ragazze strumenti adatti, si ottengono risultati. Ma bisogna partire dagli adulti, dagli insegnanti: e lì, un cambiamento di passo per quanto riguarda questa mentalità, lo vedo piuttosto difficile».

Ingresso libero
voceamaranto21@gmail.com

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