Gambettola, area ex Sacta: il Comune fa una controproposta con piazza, alloggi e trasloco mercato

Per il recupero dell’area ex “Sacta” è tutto da rifare. Il precedente accordo elaborato dalla sindaca Letizia Bisacchi col suo gruppo di maggioranza, in accordo con la Regione, la Provincia e la proprietà Passerini, è diventato carta straccia, come ha annunciato per primo il gruppo di opposizione “Sicuramente Gambettola”. Ma il Comune ci prova con una controproposta.

La maggioranza si è affrettata a spiegare che è venuto a meno l’appoggio della Regione, che con una piroetta inaspettata ha sconfessato le promesse di fondi per realizzare una casa di comunità e servizi Ausl in una porzione della ex “Sacta”, dopo i sopralluoghi fatti due anni fa dall’assessore regionale alla sanità.

Ora, nel prossimo Consiglio comunale, convocato per il 30 luglio alle 20.30, sarà esaminato un ordine del giorno che recita: “Approvazione linee di indirizzo strategiche e definizione dell’interesse pubblico per la riqualificazione dell’area dell’ex essiccatoio “Sacta” individuata nel Piano strutturale comunale (Psc) alla scheda d’ambito n.4. Integrazione alla deliberazione n. 73/2024 di sospensione del procedimento di cui alla deliberazione del Consiglio comunale n. 20 del 23.04.2024. Presa d’atto della comunicazione di avvio dell’iter di approvazione dell’accordo di programma in variante alla pianificazione territoriale ed urbanistica, ai sensi dell’art. 60 LR n. 24/2017”.

In sostanza, vuol dire che quanto deliberato fino ad oggi viene cestinato e si propone alla proprietà un nuovo accordo molto peggiorativo per poter procedere.

La nuova proposta

Comparando il prima e il dopo tra i due accordi, salta all’occhio, tra l’altro, che il Comune abbandona l’acquisizione sia della parte di fabbricato vincolato dalla Soprintendenza, sia della cosiddetta “falce”, una tipica parte del fabbricato mattoni a vista. Inoltre, viene prevista la realizzazione di una piazza e di alloggi di edilizia residenziale pubblica e tutti i sottoservizi, anche quelli nelle zone da cedere alla pubblica proprietà, il cui costo rimane a carico della proprietà privata. Sempre in capo alla proprietà sarebbe il trasferimento dell’area mercatale degli ambulanti da viale Carducci a piazza Foro Boario.

Con questi aggravi il business plan privato potrebbe essere ritenuto antieconomico. Se così fosse, Gambettola sarebbe condannata a tenersi l’enorme struttura abbandonata ancora per parecchi anni.

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