Gambettola, Roberta Biagiarelli porta in scena Rosa Genoni

Archivio

Pensato per le celebrazioni della prima Guerra mondiale, va in scena stasera alle 20.30, al teatro Comunale di Gambettola, il monologo Figlie dell’Epoca. Donne di pace in tempo di guerra di e con Roberta Biagiarelli, drammaturgia di Simona Gonella. È uno di quegli spettacoli poco “comunicati” che meriterebbe attenzione.

Biagiarelli (1967 di Fano, oggi a Formigine), è attrice, autrice, documentarista. È una delle “figlie” del Laboratorio Teatro Settimo Torinese, con il quale ha lavorato tredici anni (1988 - 2001). Il suo più noto lavoro è il monologo A come Srebrenica con cui ha sviluppato una ricerca sulla guerra nei Balcani dei primi anni Novanta, scritto insieme a Simona Gonella. Un testo che vanta centinaia di repliche, tradotto anche in spagnolo ed in bosniaco. Un monologo che passò dal teatro di Cesenatico nel 2000, e nel 2019 in quello di Gambettola.

Una storia al femminile

Stasera presenta un lavoro del 2005 che merita altrettanta attenzione, forse ancora di più. Il testo infatti racconta una storia poco nota in Italia, che non viene riportata nei libri di Storia. Racconta di quando, il 28 aprile 1915 all’Aja in Olanda, millecentotrentasei donne del mondo si riunirono nel Congresso internazionale delle Donne. Erano donne emancipate, pacifiste, molte provenienti dai movimenti di “Suffragette”, probabilmente anche colte e benestanti, in grado di viaggiare, tutte insieme per cercare una qualche soluzione di pace possibile. In questo plotone intelligente e determinato c’era anche Jane Addams pacifista, femminista e premio Nobel per la Pace nel 1931; ma c’era pure una donna italiana, l’unica italiana presente fra più di 1100 a quel congresso mondiale. Si chiamava Rosa Genoni e ha una storia davvero straordinaria.

La ricostruzione

«Non conoscevo la vicenda di questo primo Congresso di donne all’Aja e ho dovuto ricorrere a traduzioni – spiega l’attrice protagonista – non ci sono testi italiani, se non una tesi di laurea. Sono poi riuscita a costruire la biografia di Rosa Genoni grazie alla nipote Raffaella Podreider».

Rosa Genoni, nata poverissima in Valtellina nel 1867, prima di 18 figli, mandata via di casa a 10 anni a Milano, a imparare a cucire nella sartoria di una zia, era intelligente; frequenta le scuole serali, mentre diventa bravissima nel cucire ed eccellente nel creare modelli. Studia anche francese, scrive al Partito operaio, diventerà amica di Anna Kuliscioff e firmerà articoli per “L’Avanti”, andrà poi a Parigi con il Partito operaio. Nella Ville Lumière si fermerà 4 anni dove imparerà nelle migliori sartorie alla moda. Tornata a Milano, aprirà una grande sartoria e diverrà una famosa stilista, una delle donne milanesi più ricche. Le donne dell’alta società meneghina desiderano un suo abito firmato.

La lotta per l’emancipazione

«Insieme al grande estro da Haute couture, Rosa Genoni continua a portare avanti il suo spirito politico, fra “banchetti” e lotta per l’emancipazione femminile; aprirà sartorie in carcere, e promuoverà eguale stipendio per donne e uomini. Ma tutto questo non oggi, cento anni fa!».

È un monologo a cerchi concentrici; Biagiarelli torna in qualche modo ai “suoi” Balcani; parte dall’attentato di Sarajevo del 1914, per tornare a fine spettacolo alle donne di Sarajevo che nell’assedio di 25 anni fa (tra il 1992 e il ’96), sfidavano i cecchini e contrastavano la barbarie eleganti in tacchi a spillo. In mezzo c’è il fatto storico dell’Aja e la bellissima storia di Rosa Genoni. Euro 12- 10

Info: 392 6664211


Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui