Gambettola, nuova vita culturale per la casa dei nonni di Federico Fellini: festa di inaugurazione

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Una grande bottega dei mestieri, con spazi dedicati al lavoro e alle attrezzature di scena e spazi di convivialità, tra cui stanze per soggiorni residenziali degli artisti di cinema, teatro e del circo. È la nuova destinazione della casa dei nonni paterni di Federico Fellini, un tipico casolare che allora, ai primi del Novecento, era in piena campagna e oggi si trova all’interno del parco pubblico cittadino dedicato al regista in via Soprarigossa a Gambettola. Oggi l’inaugurazione con il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la sindaca di Gambettola Maria Letizia Bisacchi, animata anche da uno spettacolo circense in stile felliniano, all’interno del tendone installato dietro alla casa. L’intervento, del valore complessivo di 430mila euro, è stato possibile grazie alle risorse stanziate dalla Regione per 300mila euro.

“Restituiamo alla comunità uno spazio di produzione culturale- ha detto il presidente Bonaccini- un luogo che riprende lo spirito della bottega d’arte in cui diverse generazioni di artisti anche con percorsi differenti, che spaziano dalla scena teatrale al cinema fino al circo così presente nelle opere di Fellini, possono confrontarsi e avere opportunità di crescita. Un intervento di restauro, quello di Casa Fellini, che si inserisce nel filone del recupero dei beni architettonici e storici della regione, e insieme lancia un progetto socio-culturale innovativo votato alle residenze artistiche e alla formazione”.

Casa Fellini era l’abitazione dei nonni paterni di Federico Fellini, nonché “la casa con il giuggiolo davanti” dell'infanzia del regista, nella quale trascorreva le sue vacanze estive. Acquistata nel 1854 da Giuseppe Fellini, bisnonno di Federico, era una tipica abitazione di contadini, con la rimessa, gli alberi da frutto, gli animali domestici. L’edificio è la testimonianza del legame tra il paese e il regista, che traeva ispirazione anche da questi luoghi campestri. Il luogo dell’infanzia è stato centrale nella poetica del regista, la sua tipica visione onirica ha nella campagna gambettolese la sua prima sedimentazione, come si evidenzia nei film La Strada, Otto e mezzo dove la casa compare in una sequenza, Amarcord. Dal 2003 la Casa è stata acquisita dal Comune di Gambettola, salvandola da certa demolizione. L’obiettivo del Comune è stato restaurare l’edificio nel rispetto della tradizione rurale romagnola, con una nuova funzione di spazio residenziale e di lavoro per artisti e scenografi. Al piano terra è stato individuato lo spazio dedicato alla convivialità, con cucina e refettorio, e lo spazio dedicato al lavoro collegato al nuovo blocco dei servizi. Il piano primo sarà dedicato all’ospitalità, con due ampie camere.

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