Gambettola, intrighi di spie a Villa Pecci affiorano in un diario

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GAMBETTOLA. Intrighi e misteri a Villa Pecci, usata per qualche mese, all’insaputa di tutti, come base di spie degli Inglesi. Il recente 75° anniversario del passaggio del fronte è stato ricordato in zona, con un’iniziativa che ha coinvolto un centinaio di persone. E nell’occasione è stato svelato un mistero legato alla parrocchia di Bulgaria e alla vicina Villa Pecci, nel territorio comunale di Gambettola.

I misteri della villa
Sfogliando un dettagliato diario di quei giorni tragici, scritto dall’allora parroco di Bulgaria don Giovanni Sirolli, sono tornati alla luce fatti inediti. La scoperta è stata fatta dal ricercatore di storia locale Antonio Baldini. Villa Pecci durante la guerra è stata un punto di riferimento, diventando anche teatro di storie avvolte da un alone di mistero. Si dice che lo stesso Albert Kesselring, comandante in campo delle forze tedesche in Italia, quando ha visitò la Linea Gotica all’inizio del settembre 1944, sia passato da Gambettola, perché era un punto strategico. E si sarebbe fermato brevemente anche a Villa Pecci. Ma c’è un mistero che ha aleggiato per alcuni mesi su quel palazzo.

La strana “famiglia”
Il parroco riporta che tra aprile e maggio del 1944 arrivò a Villa Pecci la famiglia Ingrassia, “sfollata” da Milano. Era composta da padre, madre e due bambini, maschio e femmina, di 10 e 12 anni. Il padre era ingegnere e strinse subito amicizia con don Giovanni, con cui intrecciò lunghe conversazioni. Tutta la famiglia era molto rispettosa e si inserì bene in questa parte di Romagna, Viveva una vita normale, ma con frequenti gite al mare, in montagna o visitando città d’arte. Intanto, il fronte di guerra si avvicinava alla Romagna e c’erano stati i primi bombardamenti e rastrellamenti di partigiani.

La vigilia dei bombardamenti
La stazione ferrovia di Gambettola venne rasa al suolo dai bombardamenti il 29 giugno 1944, giorno di San Pietro. Già il giorno prima c’erano stati mitragliamenti lungo la via Emilia e la ferrovia, contro alcuni convogli in sosta. Nella primissima mattinata del 29 giugno la famiglia Ingrassia disse al parroco che andava in gita a San Marino e tornò a villa Pecci quando i bombardamenti sulla stazione di Gambettola e lungo i binari erano finiti. La zona aveva subìto gravissimi danni: erano state distrutte la stazione e le fabbriche della… e del pomodoro.

La fuga e la scoperta
La famiglia Ingrassia rimase ancora nella villa per una ventina di giorni e poi all’improvviso scomparve. Don Giovanni era preso da vari problemi ma rimase male per quella partenza non annunciata, che sembrava una fuga. Finita la guerra, dopo un paio di anni, don Giovanni scrisse che un giorno lo venne a trovare l’ingegnere Ingrassia. Dopo i saluti, gli chiese come stava la famiglia. Con grande sorpresa, venne a sapere solo allora che quella non era una “normale” coppia di sposi con figli. Anche se non lo disse esplicitamente, gli fece capire che erano spie al servizio degli inglesi. Erano stati inviati a Villa Pecci, come sfollati, per la vicinanza alla ferrovia e alla stazione di Gambettola, che permetteva di controllare i vari movimenti per poi trasmettere i dati agli Alleati. E quella era la ragione dei frequenti spostamenti che facevano, sotto forma di “gite” per la Romagna, in contatto con altre cellule di spie.

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