Un milione di foto in formato analogico (stampe, negativi su vetro o pellicola, diapositive) e circa 500mila foto digitali native. Con il suo patrimonio di oltre un milione e mezzo di foto originali conservate, l’Archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga offre un formidabile percorso nella memoria visiva cittadina in centosessant’anni di storia, dal 1860 a oggi.
Nadia Bizzocchi, neo-direttrice della Gambalunga, è stata la responsabile di questo hub strategico dell’informazione di comunità.
Bizzocchi, a quale numero ammonta il patrimonio di foto conservate in archivio, e come costituiscono quello che avete definito «un viaggio di 160 anni per “vedere” la storia di Rimini»?
«Al 31 dicembre 2021 il nostro inventario registrava 133.786 fotografie su carta, 831.234 negativi su vetro e pellicola, 25.888 diapositive, per un totale di 990.908 immagini analogiche, prodotte cioè con i procedimenti della fotografia chimica. A queste si aggiungono 481.148 fotografie digitali native, prodotte dalle fotocamere digitali. Sono dunque 1.472.056 gli scatti originali che formano la somma dei fondi fotografici conservati in archivio. Le fotografie più antiche che conserviamo sono i ritratti all’albumina realizzati tra il 1860 e il 1867 dal conte Andrea Lettimi, primo fotografo amatoriale riminese. Sono del 2021 gli scatti più recenti collegati all’attività di comunicazione del Comune. In questo senso diciamo di poter documentare per immagini, rendere visibile la storia della città degli ultimi 161 anni. Dagli aristocratici amici del conte Lettimi che avevano combattuto per l’Unità d’Italia ai paesaggi balneari che a fine Ottocento documentano le origini dell’economia dei bagni, attraverso il terremoto del 1916, i lavori pubblici e le cerimonie degli anni Trenta, la terribile documentazione della guerra, la ricostruzione impetuosa, il boom turistico degli anni Cinquanta e Sessanta, le trasformazioni sociali degli anni Settanta, la cultura del tempo libero e il mondo della notte degli ultimi due decenni del secolo scorso fino all’intensa attività amministrativa degli ultimi vent’anni. Davvero un percorso emozionante nella memoria visiva cittadina, in cui ognuno, per la sua generazione, riesce a riconoscersi».
Come è reso consultabile anche dal pubblico?
«Dall’inizio degli anni Duemila si sono avviate, parallelamente, la catalogazione online e la digitalizzazione delle raccolte fotografiche. Queste attività hanno avuto un importante sostegno finanziario da parte della Regione a cui dobbiamo ad esempio la digitalizzazione dell’Archivio Minghini e dell’Archivio Immagini Apt e la catalogazione di questi stessi fondi e di parte delle serie storiche. Altri fondi, come l’archivio fotografico del Ceis o la collezione Mauri sono invece stati lavorati direttamente da noi. La consultazione di queste immagini è possibile attraverso il catalogo online della Rete bibliotecaria di Romagna e San Marino, il cui portale di accesso Scoprirete – scoprirete.bibliotecheromagna.it – consente di esplorare non solo le fotografie riminesi, ma tutte le risorse informative messe a disposizione dalle biblioteche della Romagna, siano libri, periodici, film, archivi di documenti o fotografie. In questo momento le immagini ricercabili sul catalogo, relative alle nostre collezioni citate sopra, sono circa 400mila».
Quali sono le serie storiche?
«Nella scelta dei fondi da catalogare (catalogare implica facilitare la ricerca e l’accesso) si è data precedenza ai materiali che venivano richiesti con più frequenza o, per quanto riguarda la digitalizzazione, più fragili da manipolare. Siamo partiti così, vent’anni fa, dalle foto di Fellini presenti nell’Archivio Minghini; abbiamo poi messo in rete gli album storici (Ritratti Lettimi, Bagni di Rimini, Terremoto 1916, Bombardamenti 1943-1944, famiglia Battaglini, famiglia Bilancioni, raccolta Corrado Ricci, Album Moretti mare) e le fotografie raggruppate nelle serie, “Rimini mare” e “Rimini centro”, “Monumenti”, “Personaggi riminesi”, “Eventi” (dal 1915 al 1945). Sono questi i materiali a cui ci riferiamo usando l’espressione di comodo “serie storiche”, intendendo le fotografie precedenti il 1945. Al periodo precedente la guerra risalgono anche due raccolte significative non ancora catalogate in rete, ma consultabili in sede: quella di Luigi Pasquini e di Pietro Freddi. E soprattutto rimangono da affrontare gli importanti archivi della fotocronaca dagli anni Ottanta in poi: l’archivio Raggi, l’archivio Gallini, l’archivio redazionale del Resto del Carlino degli anni Ottanta e l’archivio dell’ufficio stampa del Comune di Rimini. Tutti i materiali non catalogati sono naturalmente consultabili venendo in Gambalunga (accesso per appuntamento: tel. 0541 704477, email archivio.fotografico@comune.rimini.it)».
www.bibliotecagambalunga.it/archivio-fotografico