Marcelo Nicola pronto al debutto con Forlì contro la “sua” Treviso

Basket

FORLÌ. Pronto al debutto contro la “sua” Treviso, il neo allenatore dell’Unieuro Forlì è stato ufficialmente presentato. E Marcelo Nicola ha subito suonato la carica: “Nell’immediato chiedo ai giocatori una svolta di energia e personalità”.

Il nuovo coach biancorosso, in vista della palla a due di domani alle 18 è partito dall’emozione vissuta in questi giorni: “E’ grande, dopo tanti anni tornare ad allenare in Italia è fantastico. E’ una bella sfida, so dove arrivo, conosco la storia e la tradizione di Forlì come città di basket anche perché da giocatore ho fatto tre Final Eight di Coppa Italia qui. So che passione e che conoscenza di pallacanestro c’è in questa città e questo mi dà una grande motivazione per aiutare la squadra e la società. La sfida è grande, ma lo è anche la possibilità di fare bene”.

Sulle sue guide Nicola ha spiegato che "Mi reputo fortunatissimo perché da giocatore ho avuto i migliori allenatori, senza dubbio. Potrei nominare Obradovic, Messina o D’Antoni…Basterebbe trarre solo una piccola cosa da ognuno di loro per essere un bravo allenatore. Ho cercato sempre di imparare da tutti, però poi c’è la mia impronta personale”.

Ed è convinto di poter contare su una buona squadra. “I punti forti sono tanti perché questo gruppo ha molto talento. Ha capacità di sorprendere o giocarsela con chiunque, come ha già dimostrato in questa stagione. Punti deboli? Direi il momento di difficoltà: dobbiamo ribaltare questa negatività e far sì che i giocatori recuperino fiducia in sé stessi. Sarebbe già una gran cosa se ognuno cercherà di fare una cosa in più per la squadra”.

Pochi giorni per conoscere la squadra e preparare il match con Treviso (“Troviamo una squadra importante domenica, che punta a obiettivi molto alti e sarebbe una dimostrazione di personalità andare in campo a combattere e a lottare credendo in noi stessi. Poi i risultati arrivano o non arrivano, ma la cosa più importante è la faccia con cui usciremo domenica. Intanto mi ha fatto molto piacere che tutti hanno stretto i denti e sono andati sopra ai fastidi e agli acciacchi, è stato un bel segnale di disponibilità”) e nessuna nostalgia. “Io ho una partita da vincere, non me ne frega molto di chi c’è davanti. C’è Treviso? Non l’abbiamo scelta né noi né loro, è un aneddoto ma non mi cambia niente. La squadra deve uscire a combattere per vincere, non cambia se è Treviso, la Fortitudo o l’ultima in classifica. Dobbiamo pensare a noi stessi”.

Il presidente Giancarlo Nicosanti ha indicato la strada: “E’ in momenti come questo che bisogna dimostrare amore per la propria squadra. L’obiettivo è arrivare ai playoff e giocarceli con una faccia diversa. Siamo convinti che questa squadra abbia potenzialità enormi, ora sta ai giocatori dimostrare che meritano Forlì anche in vista dell’anno prossimo. Dall’anno scorso utilizziamo lo slogan ‘Gente che non molla mai’, ma in qualche ultima partita ce lo siamo dimenticato: ci aspettano partite entusiasmanti, vorrei che tutti da domenica dimostrassero di avere più voglia di vincere degli avversari. Perché se non ci sarà questa voglia - dal primo all’ultimo dei 4miia che saranno sugli spalti, nei giocatori e nello staff tecnico - non cambierà nulla. Nicola è un allenatore che ha le idee chiare, ha entusiasmo, è giovane e vuole fare l’allenatore in Italia. E’ una bella vetrina per entrambi, crediamo molto in lui e speriamo che sarà con noi anche l’anno prossimo: vorrà dire che queste partite sono andate bene”.

Il general manager Renato Pasquali ha poi spiegato perché la scelta è caduta su Nicola: “La storia dice che Marcelo mi ha aiutato durante la carriera, quando ero vice, ma anche nella prima esperienza da capo allenatore all’estero: fu la pedina che spostò l’ago della bilancia. Quando ha deciso di fare l’allenatore non ho avuto dubbi che avesse le qualità giuste, e le notai la prima volta quando allenava in serie C, a Istrana: c’era il gotha del basket che allenava e dopolavoristi in campo, eppure Marcelo li trattava come atleti di alto livello. La sua carriera da giocatore parla da sola. Si dice che un conto è fare la scuola di guerra e un conto è andare in guerra: Marcelo le ha fatte entrambe e quando parla ai giocatori questa cosa ha un peso. Speriamo ridia lo spirito che ci era venuto a mancare ultimamente, già dai primi allenamenti vedo l’attenzione con cui i giocatori si pongono nei suoi confronti. All’inizio è più facile, ma mentre i giocatori non lo sanno ancora, io lo so: Marcelo sarà sempre intransigente, non solo la prima settimana”.


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